Good Time diretto dai fratelli Benny e Josh Safdie è un film che come un shottino va bevuto tutto in un sorso, appena acquistato e direttamente al bancone del bar. Il paragone non è fatto in riferito alla durata del film, ma alla intensità e alla frenesia con le quali la trama si sviluppa. Cinque minuti, solo cinque minuti di pausa, ovvero la durata del prologo e poi altri novantacinque che ti lasciano senza fiato complice una colonna sonora pazzesca, le inquadrature a campo largo che rendono gli inseguimenti più realistici e i tagli nei cambi di scena, ritmo serrato, niente soste e molta tensione percepibile tutto concentrato in un bicchierino servito allo spettatore.
La pellicola nel 2017 è stata presentata in concorso al Festival di Cannes, ma mentre negli Stati Uniti ha potuto conoscere l'odore delle sale cinematografiche in Italia è stata distribuita direttamente sulla piattaforma Netflix e in home video, ma concorde è la critica che non fatica a sbilanciarsi definendo Good Time uno dei migliori film dell'anno, senza dubbio elemento essenziale che influisce sul positivo giudizio è la straordinaria performance di Robert Pattinson quasi impegnato in un one man show. L'attore inglese è praticamente irriconoscibile e lontanissimo ormai dal suo ruolo di vampiro nella saga di Twilight, la sua è una prova matura in una sceneggiatura scritta su misura per lui, sorprende e supera ampiamente le aspettative.
Robert Pattinson interpreta Connie, un personaggio perennemente in corsa o perennemente in fuga, con chi o per cosa, da chi o da cosa non importa, per Connie correre vuol dire sopravvivenza. Una rapina finita male si trasforma in una corsa contro il tempo, un action movie da "tutto in una notte" perché Connie riesce a fuggire mentre suo fratello Nick, affetto da un ritardo mentale, viene arrestato. I soldi per pagare la cauzione non sono abbastanza così Connie decide di cambiare piano e cerca di far evadere il fratello, ma una serie di eventi e incredibili coincidenze gli faranno vivere una nottata, è il caso di dire, allucinante.
Good Time presenta una trama abbastanza semplice e lineare, ma tecnicamente ben messa in scena e nella quale è possibile leggere tra le righe diverse storie trasversali, assolutamente vive e credibili. Contesto principale è la rapina in banca fatta dai fratelli Nikas e le imprevedibili conseguenze che sorgono e inesorabili si susseguono, protagonista è Connie e lo spettatore si immerge nel suo punto di vista, Pattinson è bravissimo nel trasmettere umanità, riesce a far percepire la rapina o più in generala il suo scapestrato modo di vivere come non sbagliato, ovvero giustificato per le condizioni nelle quali versa la sua famiglia. Per Connie correre vuol dire sopravvivenza perché è in fuga non solo dalla polizia, dalla gabbia fisica del carcere, ma dalla gabbia metaforica della sua famiglia, dal difficile rapporto con sua nonna che lo reputa colpevole e responsabile degli errori che commette suo fratello Nick non pienamente capace di intendere e volere. Connie corre verso una nuova vita, una realtà che non dovrebbe comprende Nick perché se affetto da un ritardo mentale necessita di aiuto, un aiuto medico e specifico, per quanto Connie non vuole ammetterlo e preferisce pensare che coinvolgerlo in una rapina, nella suo scapestrato mondo per farli vivere una vita "normale" sia la soluzione più giusta per aiutarlo. Le sfaccettature di Connie si scontrano con altri personaggi che nella sua allucinante nottata faranno esordio, personaggi che avranno poco spazio effettivo in scena, ma che saranno incredibilmente ben caratterizzati, dotati di vita propria ed è questo che mi ha stupito come in pochi altri film che ho visto perché Good Time ha il pregio di essere un concentrato di generi e sensazioni da vivere tutte in un fiato, come un shottino da bere tutto in un sorso.
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