Simpatico, colorato, piacevole. Pokémon: Detective Pikachu è un tentativo ben riuscito di realizzare un film di Pokémon in live-action e chissà, magari, anche di creare le basi per lo sviluppo di un universo cinematografico, incentrato interamente sui "mostri tascabili" o più in generale, considerando indiscrezioni su ipotetici e suggestivi progetti, sui videogiochi di casa Nintendo.
Alzi la mano chi non conosce i Pokémon, chi non ha mai sentito, neanche per sbaglio una volta nella vita, il simpatico verso di un Pokémon o chi guardandolo non è capace di riconoscere Pikachu, il Pokémon per antonomasia, il piccolo e giallo roditore elettrico che in Giappone gode di una popolarità tale da essere considerato, per la cultura pop giapponese, un'icona, paragonabile all'equivalente orientale di Mickey Mouse. Ma se hai deciso di intraprendere la lettura di questo articolo allora, caro lettore, vuol dire che come il sottoscritto, se non di più, conosci molto bene il mondo dei Pokémon, diramazioni e contaminazioni del franchise giapponese che comprende: anime, film, manga, carte collezionabili e da gioco, giocatoli, gadget e quindi merchandise di ogni tipo; una meravigliosa avventura iniziata nel 1998 con un videogioco (commercializzato in due versioni) per la console portatile Game Boy di Nintendo.
Visto che non hai alzato la mano, posso evitare di spiegarti cosa sono i Pokémon, i loro nomi, le loro origini e le loro peculiarità un po' come hanno fatto gli sceneggiatori di Detective Pikachu. Il film di Rob Letterman inizia già forte, in un prologo di contaminazione sci-fi, Mewtwo (Pokémon di tipo Psico, clone del leggendario Mew, creato circa vent'anni fa secondo gli eventi narrati nel primo lungometraggio d'animazione cinematografico) riesce a fuggire da un centro di ricerca segreto e sembra dar la caccia ad un'auto che colpendola finisce per cadere da un ponte. In questo terribile incidente rimane vittima il detective Harry Goodman e superstite un Pikachu speciale. Un Pikachu detective, con un grave vuoto di memoria, un copricapo che fa molto Sherlok Holmes con all'interno scritto un indirizzo e soprattutto con la capacità di parlare, ovvero di comunicare solo con una persona in particolare, Tim Goodman, il figlio del detevtive rimasto vittima nell'incidente, incontrato in modo divertente e rocambolesco proprio all'interno dell'appartamento suggerito dall'indirizzo nel copricapo da detective. Tim ha sempre sognato di diventare un'allenatore di Pokémon, ma a causa di problemi familiari ha rinunciato al suo sogno e all'opportunità di scegliere un Pokémon come compagno di avventure. Pikachu ha problemi di memoria e per questo non sa neanche perché ha una voglia sfrenata di bere caffè, ma con Tim decide di fare squadra per fare luce sull'incidente avvenuto e non solo perché i due protagonisti, insieme anche all'aiuto di Lucy Stevens, giovane reporter in erba accompagnata da Psyduck, scoprono che Harry Goodman stava indagando sulla provenienza di un gas che fa impazzire i Pokémon. Un caso intrigato e una seria minaccia per Ryme City, città sospesa tra Zootropolis e Blade Runner nella quale umani e Pokémon convivono e collaborano in armonia.
Pokémon: Detective Pikachu si ispira al videogioco spin-off di Nintendo in cui i videogiocatori, invece di catturare e allenare Pokémon per poi combattere con i leader delle palestre, devono risolvere alcuni misteri insieme ad un Pikachu parlante. Il risultato è affascinante perché vien fuori un film Noir, con input suggestivi: un incidente, la morte di un detective che stava indagando sulla provenienza di un gas che fa impazzire i Pokémon, laboratori ed esperimenti segreti, una coppia di giovani protagonisti decisa a risolvere il caso, una struttura narrativa di forte richiamo ai film di Alfred Hitchcock (non è esagerato il confronto, se consideriamo l'amnesia del personaggio impegnato nella ricostruzione dei fatti e nella risoluzione del caso, lo spettatore, come spesso avveniva con i film del maestro Hitchcock, è estremamente coinvolto perché messo nelle stesse condizioni dei personaggi protagonisti) e al netto di una trama, a mio parere, complessivamente banale e scontata, un inaspettato e geniale (considerato il pubblico target al quale si rivolge il film) colpo di scena finale. The Pokémon Company ha realizzato diversi film d'animazione nei quali protagonista al fianco di Pikachu è sempre stato Ash. Realizzare un live-action, quindi qualcosa di nuovo dal punto di vista della forma, nonché nei contenuti, è stata l'occasione giusta per far debuttare personaggi nuovi. Tim Goodman, anche se dall'aspetto alquanto occidentale, è un personaggio abbastanza credibile. Nei suoi panni, Justice Smith bravo ad interpretare la parte dell'ex bambino che sognava di diventare un'allenatore di Pokémon ed ora cresciuto, per forza di cose, deve risolvere domande e misteri più grandi di lui. Se in Jurassic World - il regno distrutto, non ho molto apprezzato Justice Smith perché, a sua discolpa, ho ritenuto il suo personaggio colpevole di abbassare i toni, in Detective Pikachu è perfetto, a suo agio nel ruolo e credibile nell'interazione con i piccoli e virtuali mostriciattoli. Al suo fianco apprezzabile anche la performace di Kathryn Newton, vero prodigio che solo negli ultimi due anni ha recitato in film pluripremiati come Tre manifesti a Ebbing Missouri, Lady Bird e Ben is Back oltre alla partecipazione di Ryan Reynolds, ovvero solo della sua voce prestata a Pikachu. Anche se dietro si nasconde un valido motivo è inutile negarlo: l'effetto Deadpool (magari con un carattere meno esagerato) è inevitabile.
Ma i pregi più grandi di Pokémon: Detective Pikachu riguardano la tecnologia usata per la realizzazione dei "mostri tascabili", impressionante impatto visivo e forte realismo accompagnano tanto le sequenze d'azione quanto quelle più divertenti, la massima autenticità viene raggiunta anche nella scelta dei Pokémon da inserire nel film. Da una lista di oltre ottocento Pokémon sono stati scelti in base alle loro caratteristiche Pokémon funzionali alle esigenze dei cittadini di Ryme City, espediente molto apprezzato come il rispetto adoperato nella realizzazione del live-action verso tutti i giovani e vecchi fan. Riferimenti, citazioni e richiami all'anime, ai film d'animazione non mancano, l'implicito svago di scovare e riconoscere i vari Pokémon disseminati nelle varie inquadrature rendono la visione del film piacevole per chi negli anni ha conosciuto i Pokèmon attraverso il gioco di carte, il videogioco o come il sottoscritto, attraverso l'anime che nel 2000 andava in onda su Italia 1, ogni pomeriggio appena uscito da scuola euforico, spensierato, speranzoso ed impaziente.
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