
The Lighthouse non è semplicemente il secondo lungometraggio del regista statunitense Robert Eggers, è il suo secondo capolavoro, quattro anni dopo l'apprezzatissimo The Witch. Pura dimostrazione di quanto Eggers sia un regista noto per effettuare molte ricerche prima di girare un film, non solo ricerche di tipo storico e culturale, funzionali alla storia che, ad esempio in The Witch, racconta gli eventi della famiglia del predicatore William in perfetta aderenza, armonia e veridicità rispetto a quanto già si conosce ed è stato tramandato negli anni sulle comunità di puritani del XVII secolo nel New England, ma anche ricerche che si traducono in studio degli ambienti, il misterioso bosco di The Witch o la sperduta isola con il faro di The Lighthouse o dei personaggi protagonisti, alquanto emblematici, elementi, questi, che evidenziano soprattutto quanto Eggers sia meticoloso e attento ai dettagli nonché un regista che predilige l'estetica, la fotografia in The Lighthouse è pura goduria per gli amanti del bianco e nero.
Il film di Robert Eggers purtroppo approda in Italia solo ed esclusivamente on demand (non a causa del covid-19), nonostante il velo di mistero e incertezza che come nebbia avvolge le sorti sull'uscita home video, al termine di una vera e propria Odissea, per rimanere in tema di poema e mitologia greca, perché The Lightthouse non è un film per tutti, stimola la curiosità e l'attenzione dello spettatore che dalla sua parte però deve possedere le giuste conoscenze per poter abbozzare personali interpretazioni. Eggers intreccia folklore con racconti da marinai, arte e filosofia con classici della letteratura, ma soprattutto realizza una rielaborazione di epici racconti e figure della mitologia greca, secondo le interpretazioni della cultura occidentale, rendendo omaggio al cinema horror anni '30 sotto il profilo tecnico della messa in scena, basta pensare non solo al tipo di recitazione eseguita dai due attori protagonisti, alquanto teatrale viste le lunghe e intense sequenze di dialoghi nei quali Willem Dafoe non sbatte neanche le palpebre, ma anche all'uso del bianco e nero, al minimo montaggio, al minimo movimento di macchina che spesso è posta in posizione frontale nelle riprese, al formato dell'inquadratura 1:1,33 rapporto dell'aspetto standard fino agli anni '50, ovvero dovuto dal rapporto fra altezza stabilita pari a 1 e la larghezza 1,33 dell'immagine proiettata sullo schermo.
In The Lighthouse quindi s'intrecciano le storie e le credenze popolari secondo le quali non si dovrebbe mai procurare dolore o peggio uccidere un uccello marino, come il gabbiano custode dell'anima di un marinaio deceduto in mare, poiché sarà causa di sventura, al significato simbolico della sirena, seduzione mortale. Le conseguenze apocalittiche della tromba suonata dall'arcangelo Gabriele si contrappongono ai classici della letteratura, in particolare al capitano Achab protagonista del romanzo Moby Dick.
Per comprendere il film di Robert Eggers, il suo significato e soprattutto interpretare il finale, bisogna, però, conoscere gesta e origine di due personaggi della mitologia greca: Proteo e Prometeo.
Proteo è una divinità del mare, dei fiumi e delle distese d'acqua, figlio di Poseidone, è anche un oracolo e soprattutto creatura mutaforme. Secondo la lingua greca Proteo significa primo, ovvero primordiale, nato per prima. Proteo è capace di scrutare attraverso le profondità del mare e predire il destino di chi è in grado di catturarlo. Omero nel Odissea racconta che a mezzogiorno è solito uscire dal mare per sonnecchiare all'ombra su delle rocce e chi desidera conoscere il proprio futuro deve coglierlo nel sonno e trattenerlo con tutta la forza possibile. Spesso è stato anche associato all'isola egiziana di Faro, posta davanti al porto di Alessandria, nota per aver ospitato il Faro di Alessandria, considerato una delle sette meraviglie del mondo.
Prometeo invece è un titano percepito come amico del genere umano e del progresso nonché antitesi di Zeus. Secondo la mitologia rubò il fuoco agli dei per darlo agli uomini che senza morivano, subendo la punizione di Zeus che lo incatenò a una rupe ai confini del mondo per poi farlo sprofondare nel Tartaro, inviandoli ogni giorno un'aquila che gli squarciasse il petto. Per la cultura occidentale simboleggia la lotta del progresso e della libertà contro il potere, metafora di ribellione contro le autorità.


Dopo aver fatto la conoscenza di Proteo e Prometeo diventa più semplice far luce sul buio mistero interpretativo che caratterizza The Lighthouse. Verso la fine del XIX secolo un ragazzo di nome Ephraim Winslow, interpretato da un baffuto e sorprendente Robert Pattinson, si reca su un'isola al largo del New England per lavorare quattro settimane come guardiano di un faro sotto la supervisione di Thomas Wake (Willem Dafoe), un anziano e intrattabile custode, tollerabile solo quando è ubriaco che fin da subito si dimostra esigente assegnando a Winslow compiti sempre più pesanti, ma vietandogli severamente l'accesso alla cima del faro, da dove insomma proviene la luce. Le storie che il vecchio Wake racconta a cena sembrano ogni volta sempre più contraddittorie, come ad esempio la storia riguardo la causa della sua gamba zoppa, ma d'altronde lo spettatore si approccia al racconto attraverso gli occhi di Winslow e in particolare può rimanere perplesso riguardo altre due sue grandi contraddizioni: l'ultima sera di permanenza sull'isola Winslow e Wake si ubriacano, ma il giorno dopo nonostante una spaventosa tempesta sono in attesa di una imbarcazione che non arriverà mai, Wake è al fianco di Winslow, ma appena rientrato in casa fa notare al ragazzo che per smaltire la sbornia ha dormito per giorni, anzi il giorno dell'appuntamento con l'imbarcazione di salvataggio è passato già da una settimana. In seguito, invece, mentre Winslow decide di fuggire dall'isola con una piccola scialuppa, Wake la distrugge con un'ascia incolpando del gesto proprio il ragazzo anche a dispetto di quanto lo spettatore ha appena visto. Winslow, però, nasconde un terribile segreto: il suo vero nome è Thomas Howard e ha rubato l'identità del suo precedente datore di lavoro, morto in una boscaglia in Canada. Similmente anche Wake è sopravvissuto alla morte del suo precedente guardiano in seconda, in pratica il custode che Winslow sta sostituendo. Entrambi si chiamano Thomas, si potrebbe anche pensare che siano la stessa persona, uno la proiezione più anziana o più giovane dell'altro, ad un certo punto esplicitamente Wake prova a far insinuare che lui non esiste, è un'immaginazione di Winslow in fuga dal suo passato, ancora sotto shock dell'incidente in Canada in cui non è riuscito ad impedire la morte del suo datore di lavoro. Ma la verità è che Wake impersona Proteo e quando parla non lo fa per dire cose senza senso, lui è un oracolo perciò predice il futuro, ad esempio in uno dei primi dialoghi del film Wake preannuncia il futuro di Winslow: il ragazzo gli chiede che fine avesse fatto il suo predecessore, Wake gli dice che è morto dopo essere diventato pazzo, dopo aver visto cose strane riguardo sirene, tritoni e cattivi presagi, dopo aver blaterato qualcosa riguardo la luce del faro, che racchiuda il fuoco di Elio (divinità greca, titano dell'astro solare) rappresentazione della salvezza per gli uomini. Il predecessore ha un occhio guercio come il gabbiano che Winslow uccide, in esso è racchiusa la sua anima e le conseguenze del brutale gesto si traducono nel cambiamento della direzione del vento, il terrore di ogni marinaio. Wake si comporta in modo strano quando passa la notte da solo sulla cima del faro, spesso è nudo, ma una sera Winslow lo spia e si intravedono le vere sembianze di Proteo, creatura mutaforma, come la divinità greca anche Wake riemerge dall'acqua, ovvero torna dal faro a mezzogiorno per farsi un sonnellino all'ombra, Winslow dopo un tentativo fallito di trattenerlo infine cerca di seppellirlo vivo e Wake esplicitamente si palesa, menziona Poseidone identificandolo suo padre e maledice Winslow augurandoli la fine di Prometeo, lui che in The Lighthouse ha le sembianze di Robert Pattinson bello come un dipinto morirà dopo aver toccato la luce del faro, nudo e beccato sul petto da un gabbiano proprio come Prometeo viene raffigurato nelle opere artistiche. Si, Winslow impersona Prometeo, antitesi degli dei, sempre più sofferente all'autorità di Wake, interpreta il gesto di raggiungere la luce del faro come un gesto di ribellione al potere.
Perché quando finalmente giunge davanti alla luce del faro guardando il suo interno e toccandola con mano inizia ad urlare e finisce per cadere giù dalle scale? Si narra che Prometeo rubò il fuoco degli dei dall'Olimpo e che Zeus fece costruire una donna bellissima di nome Pandora per inviarla a Epimeteo, fratello di Prometeo in possesso del fuoco da lui rubato, affinché punisse la razza umana. Epimeteo fu avvertito da Prometeo di non accettare regali da Zeus, il rifiuto fece infuriare il padre degli dei che come detto finì per incatenare e torturare Prometeo, dispiaciuto della sua sorte Epimeteo si rassegnò a sposare Pandora che inavvertitamente apre il vaso donatoli da Zeus completando così il suo piano punitivo. Egli, infatti, aveva chiuso nel vaso tutti i mali che potrebbero tormentare l'uomo che con molta probabilità Winslow prova in prima persona quando sulla cima del faro la lente di Fresnel si apre davanti ai suoi occhi curiosi, ovvero la fatica, la malattia, la vecchiaia, la pazzia, la passione e infine la morte.
VOTO: 5 STELLE!
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