Venerdì pomeriggio, appena tornato a casa dopo una lunga giornata, l'ultima di una lunga settimana lavorativa, avevo una voglia irrefrenabile di vedere un film, qualcosa di non molto impegnativo capace di distrarre e allo stesso tempo ricaricare le batterie in vista del weekend. Stranamente la scelta non mi ha rubato molto tempo ed è ricaduta su un titolo suggestivo: L'utima tempesta di Graig Gillespie; un'altro tassello della mia collezione blu-ray inserito in qualche irrinunciabile offerta Amazon e acquistato senza pensarci qualche mese fa, quasi impolverato giaceva sullo scaffale dei film da vedere perché puntualmente scartato ad ogni proposta di visione cinematografica casalinga. Così l'ho visto proprio lo scorso venerdì in una serata uggiosa in coperta anzi sotto la coperta in compagnia di una tazza di tè caldo e devo ammettere che il film targato Disney, sempre sinonimo di qualità, mi ha piacevolmente sorpreso.
Premetto subito che adoro le trasposizioni o le ispirazioni cinematografiche di storie vere perché al di là della sceneggiatura, i dialoghi e le dinamiche che magari non rispettino la realtà e vanno incontro ad esigenze di spettacolarizzazione, a me piace immaginare e passare quei circa 120 minuti ai veri protagonisti, ai veri ipotetici dialoghi e le vere dinamiche accadute e mi piace informarmi, fare ricerche, ma soprattuto aspettare con ansia le scene finali del film in cui non mancano mai le vere foto dei protagonisti della storia.
Ho apprezzato molto il parallelismo narrativo tra la sfortunata avventura che nel 1952 colpisce la petroliera SS Pendleton spezzata in due da una violenta tempesta e la missione di recupero a bordo di una motovedetta della guardia costiera di Chatham. Parallelismo narrativo caratterizzato in un format vincente, il chiunque che diventa eroe come Ray Rybert (Casey Affleck) l'ufficiale più anziano a bordo della petroliera che prende in pugno la situazione organizzando la sopravvivvienza per i circa 30 uomini del suo equipaggio intrappolato, il chiunque che diventa eroe come Bernie Webber (Chris Pine) posto al commando della missione di salvataggio.
Due improvvisati eroi, due preparatissimi attori che compongono un cast ben assortito che ho potuto apprezzare così come lo spazio dedicato alla caratterizzazione dei personaggi. Forse L'ultima tempesta è un qualcosa di già visto, un survival movie in bilico tra naufragio e salvataggio in mare, ma dal già citato format del chiunque può diventare eroe, dall'affezionarsi alla dolcezza di Holliday Grainger o gli occhi di Chris Pine che impersona al meglio il suo ruolo, il risultato finale è vincente.
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