La decima fatica cinematografica del regista britannico Christopher Nolan è un film di assoluta potenza, un monumentale intrattenimento dallo spettacolare impatto visivo grazie alle riprese fatte con camere da 65mm e soprattutto in IMAX. I mezzi a disposizione di Nolan sono colossali: sono state coinvolte oltre 6000 comparse, sono state eseguite vere esplosioni, sono state ricostruite fedelmente navi e aerei della seconda guerra mondiale per evitare immagini generate dal computer, nel rispetto dello stile di Christopher Nolan e alcune scene sono state girate proprio sulla spiaggia di Dunkerque al confine tra Francia e Belgio per coinvolgere al meglio lo spettatore nel primo film ispirato ad una storia vera. Ma guai definire Dunkirk un war-movie, perché l'intento è quello di realizzare un "racconto di sopravvivenza", un episodio avvenuto nel 1940, una sconfitta militare per l'esercito d'oltremanica, ma una vittoria per la patria. L'intero esercito inglese composto da 400.000 uomini con oltre 900 mezzi è bloccato sulla spiaggia di Dunkerque, alle spalle il mare e la minaccia dei bombardamenti nazisti, di fronte l'avanzata del nemico. Il governo inglese vuole limitare i danni e riorganizzarsi i patria per una futura difesa, opta per una fuga via mare. Le navi militari sono un obbiettivo sensibile, per i soldati l'unica speranza sono le imbarcazioni di fortuna messe a disposizione da pescatori e civili inglesi.
Oltre ad essere un racconto di sopravvivenza arricchito da una incessante suspance ritmata dalle musiche del compositore tedesco Hans Zimmer e dalla scelta di ridurre all'osso ogni dialogo, Dunkirk è anche il film più sperimentale della carriera del regista britannico che sfrutta una trama abbastanza semplice per giocare con il tempo e i piani narrativi. Il film è infatti diviso in tre parti che possiamo individuare: terra, aria e mare. Tre luoghi dove si svolge l'azione a velocità diverse perché, come spiega lo stesso Nolan, per i soldati coinvolti nel conflitto gli eventi hanno avuto tempistiche differenti. Sulla terra i soldati sono rimasti bloccati una settimana, in acqua il viaggio durava massimo un giorno, gli aerei avevano carburante disponibile solo per un'ora di volo. Per rendere al meglio questo punto di vista il regista ha mischiato i tre piani narrativi dalle dimensioni temporali diversi per farli scorrere in contemporanea, il risultato è un qualcosa di innovativo e futuristico che utilizza vecchi strumenti, trucchi e linguaggi per offrire nuove opportunità allo spettatore, nuovi motivi per andare ancora oggi al cinema e vivere in sala o in home video, con il massimo della qualità audio e video, esperienze uniche e indimenticabili.
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