E' sempre la solita storia: al cinema esce un nuovo film live action e gli schieramenti sono subito pronti a prendere il loro posto in sala. Da un lato ci sono i fan sfegatati della versione originale, dall'altro lato c'è chi, al contrario, della versione originale non ha mai sentito parlare ma è lì perché ispirato dal buon lavoro fatto in sede di montaggio del trailer. I primi sono facilmente riconoscibili, preventivamente scettici a fine proiezione sono scontenti e delusi della nuova versione perché hanno giurato eterna fedeltà all'originale, dopo basta un tweet per manifestare insoddisfazione, teorie di complottismo, spoiler e la sfida alla compagine avversaria così è lanciata.
Io devo ammettere che prima di guardare il film non sapevo da che lato schierarmi e che il mio approccio è stato davvero ignorante perché proprio vedendo il trailer ho subito esclamato: "Wow! Scarlett Johansson nuda si lancia nel vuoto!", ma poi mi sono reso conto della svista e che per vedere un nudo integrale di Scarlett Johansson mi bastava solo guardare un altro film (Under the skin), ma soprattutto ripetendo più volte il titolo in testa ho captato una certa familiarità fonica, così mi sono aggrappato ad un ricordo che avevo da bambino quando giocavo al videogame per Play Station. Mi sono subito documentato sul manga di Masamune Shirow e l'anime di Mamoru Oshii del 1995, quindi finalmente ero pronto al passo finale: Ghost in the shell, live action di Rupert Sanders.
In una intervista rilasciata poco prima dell'uscita in sala del film il regista spiega che il tono del live action di Ghost in the shell è violento quanto l'anime e che il film pur ricco di elementi che richiamano il manga originale non vuole essere un remake fedele, ma un opera con una propria identità indipendente dalle produzioni precedenti. Guardando il film mi sono concentrato su questi elementi: il tono cyberpunk è lo stesso dell'anime e il film gode di un proprio "ghost", ho apprezzato il cambio di registro, il film si trasforma in un thriller psicologico con Scarlett Johansson protagonista di una convincente prova interpretativa. Nonostante la presenza di robot, cyborg, androidi, inseguimenti, super armi tecnologiche ed esplosioni ho trovato il ritmo troppo lento, ma soprattutto non è ben evidenziata la filosofia intrinseca nell'opera di Shirow molto più profonda e significativa.
Seguitemi su Instagram, Twitter o sulla nuova pagina Facebook per conoscere altre curiosità ed essere sempre aggiornati sui nuovi contenuti di IfilmchevedeDario.
bella recensione:)
RispondiEliminasto leggendo proprio ultimamente il fumetto originale e apprezzo ci siano interpretazioni diverse della stessa opera mi hai messo ancora piu curiosità di conoscere la versione di Sanders come triller psicologico !!
Grazie!!! Il film di Sanders ha una chiave interpretativa diversa rispetto al manga perché va incontro ad esigenze cinematografiche, quindi punta più sull'intrattenimento e la spettacolarizzazione nel tempo limitato a disposizione. Non cura molto il concetto di "ghost" e le mille discussioni che si potrebbero trarre, nemmeno la filosofia politico e sociale di Shirow.
Eliminaah capito da apprezzare piu che altro per l estetica cyberpunk e la johanson ..XD
EliminaEsatto ahahah
Elimina