Non so bene cosa sia successo. Ricordo di essermi alzato dalla poltrona durante l'intervallo del film Il ragazzo invisibile - seconda generazione ultimo lavoro del maestro Gabriele Salvatores e di essere andato in bagno. Già da qualche minuto guardavo nervosamente l'orologio distraendomi un pochino dal film, magari mi sono anche perso qualche battuta ma non di certo il filo logico e narrativo della trama che fino a quel punto mi risultava abbastanza ovvia, piatta e scontata. Ricordo di aver fatto quello che dovevo fare e di essermi ritrovato in seguito da solo davanti allo specchio, posto sopra il lavandino, faccia a faccia con me stesso e di aver manifestato, sussurrando, una certa insoddisfazione per una mia personale aspettativa non ancora soddisfatta, mentre l'acqua scorrendo portava via il il residuo sapone dalle mie mani. Improvvisamente un calo di tensione ha fatto lampeggiare le lampadine, con le mani non completamente asciutte sono uscito rapidamente dal bagno riprendendo posto nella sala illuminata e con lo schermo ancora spento. Al ritorno dall'intervallo il film cambia inaspettatamente registro come se dalla cabina di regia fosse cambiata proprio la pellicola; inizia l'azione con effetti speciali, i combattimenti, i colpi di scena, tradimenti, finalmente inizia il film per il quale ho deciso di spendere i soldi del biglietto.
Forse sarebbe stato meglio se avessi liberato prima dell'inizio del film il carico della zavorra in stato liquido dal corpo e atteso con fiducia, la stessa che da sempre provo nei confronti del regista, la seconda metà, in tutto e per tutto soddisfacente, ma a me piace pensare che anche io come Michele (Ludovico Girardello interprete protagonista del film) possieda i superpoteri e che li abbia scoperti proprio come lui (in una scena chiave del primo episodio: Il ragazzo invisibile) chiuso in un bagno faccia a faccia con il proprio riflesso sullo specchio posto sopra ad un lavandino. Essendo anche un lettore di fumetti e appassionato di cinecomic potrei continuare a scrivere e fantasticare sul tema dei superpoteri oppure condurre un tutorial su come cambiare un film che non ti sta piacendo mentre lo guardi, ovvero sul superpotere che recentemente ho scoperto di possedere, ma di sicuro l'unica certezza che si evince dalla visione di Il ragazzo invisibile - seconda generazione è che per aver sperimentato e combinato un film di genere "supereroi" con il cinema italiano l'unico qui con i superpoteri è proprio il buon Gabriele Salvatores.
Sfogliando una rivista di cinema ho letto che Gabriele Salvatores vincendo l'oscar nel 1992 con il film Mediterraneo ha acquisito da quel successo un certo credito di fiducia che ha speso scegliendo di realizzare progetti fuori dagli schemi e provando a scuotere l'industria cinematografica. In questa ottica rientra il progetto Il ragazzo invisibile che con il sequel attualmente in sala si trasforma in un franchise. Il progetto mi piace tantissimo così come la possibilità di realizzare un terzo capitolo anche senza il credito di fiducia acquisito e sperperato dal regista negli anni perché devo ammettere che quest'ultimo capitolo mi ha convinto, ma con riserva. Mi piace il "cinecomic" all'italiana perché a differenza delle trasposizioni cinematografiche americane dei ben più noti fumetti questo genere nostrano possiede un surplus ovvero un'anima autoriale invidiabile. Mi è piaciuto l'intro in stile Marvel con cui si riassume a fumetti il primo capitolo, alcune sequenza spettacolari come il furto dal distretto di polizia dei dati del computer in pieno stile action/thriller americano, il sogno che Michele fa sulla propria madre adottiva oppure il finale, anzi il significato simbolico che il finale assume. Infine da non dimenticare l'interpretazione dei ragazzi protagonisti e la loro alchimia, su tutti Ludovico Girardello cresciuto insieme alla saga, la sua maturazione anche recitativa si nota tutta.
👎 NON MI PIACE:
Senza dubbio la prima metà del film piatta e un pochino noiosa, ma d'altronde non c'è da biasimare è comunque una parte indispensabile per poter allacciare i due capitoli sul ragazzo invisibile, comprendere la storia e i personaggi che lo spettatore ancora non conosce, possiamo paragonare questa parte un po' alla fase di preparazione di un mega cenone natalizio (giusto per rimandare a ricordi recenti) se non si ha passione per la cucina può risultare noiosissima, ma la fatica fatta viene sempre ricompensata dai complimenti degli ospiti dopo la degustazione del piatto forte, ovvero la seconda metà del film. Infine possiamo considerare il ritmo, abbastanza lento che in qualche modo resiste per tutta la durata del film e il finale, personalmente mi aspettavo qualcosa di più, qualcosa di più spettacolare, a proposito di mega cenoni come il dolcificante per mandare qualcosa che piace ma che altrimenti non si potrebbe gustare, un nero e amaro caffè.
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