Non fare spoiler sul nuovo film di Steven Spielberg sarà difficile perché anche se uscirà nelle sale il prossimo giovedì io l'ho potuto vedere in anteprima la scorsa settimana e oggi ho davvero una voglia pazzesca di raccontarvi tutto, di condividere con voi l'entusiasmo per un film che fin dalle prime immagini mi ha subito stupito e convinto. Prima di scrivere la recensione mi sono preso qualche giorno di riflessione perché dopo la visione del film una curiosità è sorta quasi spontanea, mi sono chiesto quanto ci sia di Spielberg e quanto di Ernest Cline dietro la versione cinematografica di Ready Player One adattamento dell'omonimo romanzo. Procurarmi il libro in questi giorni è stata una sfida quasi impossibile che io sono stato capace di fallire, il confronto tra i due lavori secondo me sarebbe stato importante e necessario, ma ascoltando con attenzione le parole degli stessi protagonisti, nelle recenti interviste, mi sono fatto qualche idea. Ernest Cline è l'autore del romanzo e per il film si è occupato anche della sceneggiatura insieme a Zak Penn, il suo è un calderone di cultura pop anni '80 e '90 ricco di citazioni e riferimenti che già dal trailer si possono notare, assolutamente da vedere in compagnia perché giocare a chi ne riconosce di più è d'obbligo. Cline è stato capace di incorporare nella stessa storia icone, personaggi, culture cinematografiche indimenticabili che hanno quasi direttamente chiamato in causa il buon vecchio Spielberg l'uomo che soprattutto negli anni '80 ha contribuito a creare questi miti e l'unico oggi capace di realizzare una credibile trasposizione sul grande schermo. Dalle stesse parole di Ernest Cline si evince che l'ispirazione per Ready Player One è arrivata dal suo amore per i videogiochi e per i libri di Ronald Dahl tipo Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, come sarebbe la storia se Willy Wonka invece di cioccolataio fosse stato un game designer e avesse nascosto il biglietto dorato all'interno del videogioco da lui stesso creato? La storia sarebbe come quella vista al cinema nella quale per esigenze di spettacolarizzazione qualcosa inevitabilmente è stato cambiato, ma non sapendo cosa, non conoscendo il limite nel quale il filone narrativo si muove fra il libro e il film non mi spreco in complimenti esaltando Spielberg per il suo ennesimo buon lavoro svolto e Cline per la sua visione incredibilmente credibile di un nostro possibile futuro.
Nel 2045 le città si sono ridotte a baraccopoli, l'economia è al collasso e in uno scenario post apocalittico l'unico luogo di evasione è OASIS molto più di un semplice videogioco, una realtà virtuale di esperienza immersiva in cui ognuno può assumere le sembianze che preferisce. Quando James Halliday il creatore di OASIS muore lascia il controllo del gioco nelle mani di chi riuscirà a trovare un easter egg dopo aver raccolto tre chiavi come trofei da conseguire dopo tre differenti sfide, una caccia al tesoro a cui partecipa il protagonista Wade, i suoi amici virtuali e la spietata multinazionale IOI.
A proposito di Spielberg mi hanno colpito le sue parole, dopo aver letto il libro è rimasto entusiasta per la visione del futuro di Ready Player One proiettato contemporaneamente nel passato per via di tutti i riferimenti fatti e non tanto lontano dal nostro presente. Dal punto di vista cinematografico mi è piaciuto come il regista abbia realizzato non tanto un moderno e futuristico sci-fi, ma un fantastico e classico family movie in pieno stile anni '80 non solo per la presenza di icone del passato, ma per il ritmo, il linguaggio, la scelta del cast, il finale moralista e il villain necessario, non un malvagio alla conquista del mondo, ma un cattivo aziendale che incarni il consumismo moderno. A proposito di linguaggio Ready Player One è un film rivolto proprio a tutti, a chi come me rimane facilmente incantato nel vedere Il gigante di ferro o Gundam lottare contro Godzilla oppure King Kong afferrare e distruggere la DeLorean di Ritorno al futuro, a chi gli anni '80 gli ha vissuti, un film per famiglie che avvicina i più piccoli alla storia del cinema e fa sorridere i più grandi, a chi ama i videogiochi, i moderni videogiochi, la realtà virtuale e la tecnologia. Proprio la tecnologia è l'aspetto più curato non solo come protagonista della trama, per la prima volta Spielberg, grazie anche l'aiuto di un veterano come James Cameron, sfrutta una nuova frontiera della motion capture la V-cam che permette di creare un ambiente virtuale nel quale è più facile entrarci per scegliere l'inquadratura più adatta e nel quale gli attori non staccano mai la scena e recitano come in teatro.
Se dovessi trovare aspetti negativi direi che non mi ha totalmente convinto Tye Sheridan nei panni del protagonista Wade e che ogni personaggio non è perfettamente caratterizzato, ma se per gli amici virtuali la scelta di non dare molte informazioni può essere condivisa perché infondo non sai mai con chi ti imbatti nel mondo della rete, mi sarebbe piaciuto un maggiore approfondimento su Wade, la sua famiglia e loro origini. Anche il prologo, affidato ad una breve e confusa storia raccontata dalla voce narrante di Wade, sfocia poi in una trama abbastanza lineare e priva di eclatanti colpi di scena, nel finale un colpo di scene c'è ma risulta forzato.
Il finale, però, è senza dubbio la mia parte preferita, il ragazzo più anonimo e sfigato del mondo diventa l'eroe ed io non smetterò mai di immedesimarmi in queste dinamiche. Ready Player One è un film che non solo ti lascia incollato alla poltrona con gli occhi spalancati dallo stupore, ti fa riflettere e dopo due ore di effetti speciali si ferma per lasciarti messaggi semplici e banali che però facciamo sempre più fatica ad assimilare e mettere in pratica: per quanto possa essere suggestiva la tecnologia che il film mostra in un ipotetico futuro prossimo, personalmente mi spaventa, c'è una scena che mi ha fatto nascere perplessità sulla realtà virtuale, quella in cui l'intera città è impegnata nella guerra virtuale e nelle strade reali le persone gesticolano e lottano nel vuoto immerse in OASIS, mi spaventa questo perdere il contatto con la realtà, con se stessi e chi ci circonda. Lo stesso James Halliday creatore di OASIS consiglia a Wade di vivere la realtà perché è l'unica cosa reale, per dedicare l'intera sua vita alla realizzazione e al miglioramento di OASIS si è perso ciò che di meglio la vita reale ha da offrire come ad esempio invitare la ragazza che più ti piace al cinema per vedere un film horror, per poterla stringere tra le braccia quando si spaventa, andare in un bar o sala da ballo, ballare un lento stretti, ciò che di meglio la vita reale ha da offrire è il primo bacio, ciò che di meglio la vita reale ha da offrire è il rapporto interpersonale con un'altra persona fisica. Perdere il contatto con la realtà è un concetto oggi già famigliare perché le ore che passiamo su internet sono sempre più esagerate e i social network una tentazione continua, il film implicitamente tocca altri aspetti come il sentirsi forte nascosti dietro ad una tastiera, il potere persuasivo di persone capaci di influenzare la massa e di estrema attualità il pericolo legato ai propri dati sensibili forniti su internet.
Il cinema l'ho sempre considerato un viaggio e Ready Player One è l'emblema perfetto, perciò mettetevi comodi sulla DeLorean e viaggiate nel passato per poi ritornare nel futuro tenendo ben presente e saldo il contatto con la realtà in cui viviamo.
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