Esiste un prima, un durante e un dopo ed esiste la mia faccia che prima della visione di Avengers: Infinity War nasconde l'entusiasmo e l'impazienza per l'attesa, che esprime stupore in sala durante la visione di alcune scene visivamente spettacolari e manifesta paura e sgomento per il sorprendente e devastante finale. Esiste un prima ed esiste il Marvel Cinematic Universe e un progetto iniziato ben dieci anni fa, prima di Avengers: Infinity War sono stati realizzati dai Marvel Studios ben diciotto lungometraggi studiati per essere collegati tra loro, per dare vita cinematografica a storie e personaggi quali Iron man, Hulk, Thor, Captain America o Spiderman, per accompagnare per mano lo spettatore in quest'ultima decade fino ad oggi, fino ad Avengers: Infinity War e sequel, fino ad un mastodontico epilogo di un progetto straordinario e quanto mai riuscito. Esiste un durante ed esiste Thanos un personaggio che sin dalle prime immagini ho subito apprezzato, una minaccia dalle dimensioni cosmiche per i nostri eroi e l'intero universo, un villain capace di tener testa fino ai titoli di coda e chissà anche oltre. Thanos mi piace perché complice anche le sembianze di un truccatissimo Josh Brolin esprime umanità, non ho visto in lui il solito cattivo stereotipato che agisce spinto dalla voglia di distruggere e dominare, anzi in lui non ho visto nessuna cattiveria, ma una figura pragmatica, testarda che usa la prepotenza, la forza e gli ideali per far prevalere e realizzare le proprie idee. Al centro della storia in quest'ultimo capitolo targato Marvel ci sono le Gemme dell'infinito, oggetti che anche singolarmente possono avere effetti devastanti ma se riunite nel guanto che il dittatore alieno Thanos ha fatto costruire possono dare al possessore il controllo assoluto della realtà. Thanos nei precedenti titoli è stato più volte citato e in Avengers: Infinity War è deciso a recuperare tutte e sei le Gemme dell'infinito e cambiare la realtà che dal suo punto di vista è ingiusta e soprattutto popolata di persone che meritano o meno di viverla devono essere annientate perché sono troppe, una densità di popolazione che deve essere dimezzata. Cinque delle Gemme dell'infinito sono state già viste in precedenza: quella dello spazio è il Tesseract usato dal villain in Captain America: il primo vendicatore e da Loki in Avengers del 2012; quella della Realtà ha fatto il suo esordio in Thor: the dark World; quella del potere era in Guardiani della galassia; quella della mente è stata usata per creare Visione e quella del tempo è custodita da Doctor Strange, due sono sulla Terra mentre riguardo la Gemma dell'anima non ho voglia di spoilerarvi nulla. La trama di Infinity War è praticamente perfetta e curata nei dettagli, ma non mi meraviglio poiché dieci anni sono un buon margine di tempo per realizzare un capolavoro, gli Avengers dopo i fatti di Civil War sono divisi in fazioni: metà vivono in clandestinità e metà sotto il controllo delle Nazioni Unite, mentre Thor, Doctor Strange, Superman e i guardiani della galassia meritano un discorso a parte. Ma in questa nuova avventura sono costretti a collaborare uniti tutti contro un nemico comune, ad ognuno viene dedicato il giusto spazio e peso, lo spettatore aspetta la loro entrata in scena e viene soddisfatto poiché l'apparizione di ogni singolo eroe è suggestiva, ma più di ogni altra cosa in Infinity War ho amato l'azione, gli effetti speciali, le battaglie non concentrate nello stesso luogo, nello stesso pianeta, ma sparse contemporaneamente in diverse galassie nell'universo. Esiste un dopo ed esiste il sequel di Infinity War già programmato per il 2019, avrà il nome di Avengers: Infinity War parte due oppure semplicemente Avengers 4 di sicuro sarà un opera dalle dimensioni inimmaginabili e dalle grandi aspettative. Senza dubbio Infinity War è un film epocale che entrerà nella storia del cinema e dei record collegati per il budget speso, l'ambizioso progetto realizzato, gli incassi che farà, gli attori impiegati in termini numerici e in termini di qualità, settantasei le star da grande schermo impiegate e non solo perché l'organizzazione dietro le quinte non è da meno, alla regia i fratelli Russo già dietro la macchina da presa in Captain America: The Winter Solider e Captain America: Civil War, ma loro consulenti colleghi già coinvolti nel mondo Marvel come James Gunn, Scott Derrickson, Peyton Reed, Jon Watts, Ryan Coogler e Jon Favreau.
Dieci anni fa ero un ragazzino non ancora maggiorenne che leggeva i fumetti e guardava i primi cinecomic perché nei supereroi, nella loro forza e volontà di fare sempre la cosa giusta nonché di tutelare e proteggere i più deboli o salvare e decidere le sorti del mondo si immedesimava facilmente. Infinity War non è semplicemente un film, ma una festa di compleanno organizzata a regola d'arte e alla quale non manca il clown che gonfia e modella palloncini e partecipano tutti, ma proprio tutti coloro che con il festeggiato hanno avuto a che fare come Iron man, Hulk, Thor, Captain America, Spiderman oppure quel ragazzino non ancora maggiorenne, mai realmente cresciuto che ancora oggi legge i fumetti e guarda incantato i cinecomic.
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