Dopo un'attesa lunga più di un anno finalmente è tra le mie mani Captain Fantastic. Certo che è materialmente impossibile avere tra le mani un film, molto più probabile se si tratti di una copia blu-ray, un nuovo pezzo che si aggiunge alla mia personale collezione. Il film è stato presentato in anteprima nel gennaio del 2016 al Sundance Film Festival e successivamente nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes e altri festival cinematografici internazionali. In Italia, invece, Captain Fantastic approda ad Ottobre nella sezione "Alice nella città" alla Festa del Cinema di Roma 2016 e distribuito nelle sale dalla casa di produzione e distribuzione italiana Good Films a dicembre, ma ricordo bene quanto rimasi incuriosito dalle prime immagini italiane rilasciate in rete e quanto rimasi deluso quando scoprii che il multisala più vicino così come gli altri piccoli cinema della mia città non lo avrebbero proiettato. Una curiosità sfociata in seguito in ossessione finalmente oggi soddisfatta. Prima di parlare del film vorrei spendere qualche parolina sulla versione home video curata dalla compagnia CG Entertainment, come potete vedere dalle immagini, dal punto di vista del packaging è uno spettacolo visivo e tattile grazie ad una custodia più spessa e di color più chiaro rispetto alle classiche custodie di colore blu e all'immagine suggestiva all'interno arricchita dall'elenco dei capitoli del film, devo ammettere che questo nuovo acquisto salta subito all'occhio sullo scaffale. Poco soddisfacente, però, il prodotto dal punto di vista software poiché all'interno del disco davvero miseri sono i contenuti extra che si limitano soltanto ad un trailer e un breve making of, l'audio invece è disponibile in Dolby Digital 2.0 canali oppure in DTS HD-Master audio 5.1 in lingua italiana e in lingua originale.
Recensione film
Captain Fantastic è un film che fa divertire, pensare, emozionare e commuovere, ma soprattutto è un film che in qualche modo ti cambia dentro, non in modo tanto estremo da lasciar tutto e andare a vivere in un bosco, rifiutare il denaro e usare un autobus come mezzo di trasporto, ma è strutturato in un modo tale da cambiare le regole del gioco, far crollare la terra sotto i piedi, ovvero mette in discussioni ogni certezza e propone allo spettatore nuovi punti di vista, nuove legittime visioni su ciò che finora si è sempre ritenuto giusto o sbagliato.
L'idea base che smuove il regista e sceneggiatore Matt Ross è l'essere padre nella sua pura essenza. Ross si chiede che tipo di padre sarebbe e cosa si intende per giusta educazione, da questi interrogativi nasce la figura del protagonista Ben Cash, un padre estremista, anticonformista, magari esagerato, ma capace nella sua follia di creare una famiglia unita, in sintonia sulle note di una stessa musica, unita nelle scelte, nelle missioni e nello schierarsi e non abbandonare mai da solo un singolo componente. Ben Cash è un vero e proprio personaggio, interpretato da uno straordinario Viggo Mortensen perfetto nel suo ruolo e in simbiosi con la natura e l'ambiante che lo circonda perché il fattore ambientale soprattutto nella prima parte del film gioca un ruolo importante, i paesaggi che fanno da padrone sono mozzafiato, la fotografia maggiormente nel prologo pazzesca e in tutto questo Viggo Mortensen e il resto del cast ben amalgamato come una famiglia, sono bravissimi perché rendono reale tutto quello che fanno.
Comprendere o criticare le scelte da genitore fatte da Ben e sua moglie? Ben è folle o follemente straordinario? Per tutta la prima metà del film personalmente mi sento di schierarmi a suo favore perché il film è strutturato in modo da percepire fantastico tutto quello che ha costruito e realizzato, anche se nella mia percezione e concezione è sbagliato: vivere nei boschi lontano da ogni forma di civiltà coltivando e vivendo con i frutti del proprio raccolto e di piccolo artigianato, spiritualità e allenamento fisico duro, intenso, violento, festeggiare la "giornata di Noam Chomsky" invece del Natale e regalare armi ai propri figli anche se sono solo bambini. La colonna sonora è gioviale, i bambini sono contenti di ricevere coltelli in regalo dal padre, senza adeguate disponibilità economiche Ben organizza coinvolgendo i figli un furto al supermercato perché poco prima è fallita una battuta di caccia, scene trattate con ironia, non riesco a concepirle eppure finisco per immedesimarmi e lasciarmi coinvolgere in queste dinamiche familiari perché successivamente penso: ma cosa ci sia davvero di sbagliato nelle scelte educative adottate da Ben? Con sagace provocazione in un certo senso concordo con il pensiero di Ben, infondo fornisce spunti di riflessione e nuovi punti di vista, per riprendere l'esempio fatto il giorno di Natale per i Cristiani dovrebbe essere la commemorazione della nascita di Gesù Cristo eppure il spirituale cede il posto al pagano ed è proprio un personaggio di fantasia vestito di rosso con una lunga barba bianca a prendersi la scena.
Captain Fantastic mi piace perché ha una sceneggiatura ben scritta nei dialoghi e nella trama, sa essere provocatorio e implicitamente una acuta critica al sistema sanitario americano e farmaceutico, al consumismo moderno, alle aziende alimentari, al problema dell'obesità e alle religioni organizzate. Ma ciò che più mi ha impressionato è la svolta che prende il film improvvisamente quando dopo il consueto allenamento mattutino i bambini chiedono notizie a Ben sulle condizioni della madre ricoverata in ospedale. Ben si reca nella cittadina più vicina e apprende la notizia che sua moglie si è suicidata, lo spettatore apprende la notizia che sua moglie aveva disturbi psicotici, ma soprattutto entra in scena un nuovo importante personaggio: il suocero Jack (Frank Langella). La famiglia Cash lascia il bosco per recarsi al funerale della madre, la seconda metà del film diventa un road movie, per i sei ragazzi inizia un viaggio non solo fisico, ma un viaggio alla scoperta del cosiddetto "mondo civilizzato", un viaggio/scontro culturale, ma soprattutto complice l'entrata in scena di Jack tutto viene messo in discussione, un nuovo punto di vista viene proposto allo spettatore, Ben ha davvero agito per il bene dei propri figli? Jack lo ritiene responsabile per la morte della figlia e lo accusa di abuso di minori.
Ho già detto che amo questo film? Non esiste un eroe e non esiste un cattivo, Ben e Jack, il padre e il nonno, due uomini complicati e di carattere che cercano soltanto di andare d'accordo, ma tra i due, tra le due scuole di pensiero chi ha davvero ragione lo potrà dire solo lo spettatore al termine della visione del film, tanto i giusti input riflessivi sono stati già tutti seminati nel percorso.
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