
Concordo pienamente con chi definisce I segreti di Wind River un film Western perché nella sua semplicità e immediatezza si concentrano in esso tutti i tratti classici e tipici del suddetto genere. Ci sono gli indiani pellerossa, non a petto nudo e ornati di copricapo fatto di piume, sarebbe improbabile così la loro sopravvivenza durante il duro inverno del Wyoming, ci sono i discendenti dei nativi americani che oggi vivono nelle riserve naturali come quella di Wind River, ci sono i cowboys, Jeremy Renner è un perfetto testimonial e c'è lo sceriffo che detta legge e in modi discutibili decide cosa sia giusto e cosa sbagliato, ci sono i fuorilegge, la polvere da sparo, i conti in sospeso da regolare, duelli in stile Mezzogiorno di fuoco e persino il più classico stallo alla messicana, ma soprattutto ci sono quei valori che si evincono in ogni migliori film western che si rispetti: il rapporto e il rispetto verso la natura, verso se stessi e la propria famiglia, l'orgoglio e la dignità dell'uomo con u maiuscola, la vendetta e il colpire facendo patire con la sua stessa arma chi in precedenza ti ha ferito.
La parola chiave del film è senza dubbio "la vendetta", in sala mi sono fatto coinvolgere dagli eventi narrati e lasciato suggestionare dalle immagini forti e crude fino a immedesimarmi e provare un senso di rabbia e ingiustizia. Ho pensato ad un altro film che ho visto di recente e che ho subito amato, Tre manifesti a Ebbing Missouri e goliardicamente ho fatto un parallelismo. Per chi come me ha già visto il film di Martin McDonagh e quindi può comprendere i sentimenti di una madre alla quale hanno ucciso una figlia, può benissimo immaginare anche i sentimenti dei protagonisti coinvolti negli eventi di Wind River poiché mi piace immaginare I segreti di Wind River come il lato oscuro di Ebbing nel Missouri, the dark side of Ebbing in Missouri. Ho amato il finale di Tre manifesti a Ebbing Missouri e il dilemma riflessivo che lascia nelle mani o coscienze dello spettatore. I segreti di Wind River invece esplicitamente risolve quel dubbio mostrando cosa sarebbe successo nelle sequenze finali di Tre manifesti, lasciando nelle mani, anzi coscienze, dello spettatore non un dubbio ma una riflessione etica e morale sul senso di giustizia perché come i film western ci insegnano esiste una giustizia scritta dalla legge e una giustizia scritta dagli uomini e non sempre tra loro esse coincidono.

Per chi invece non ha ancora visto Tre manifesti a Ebbing Missouri provo a farmi comprendere riassumendo la trama del film. Nella riserva indiana di Wind River, l'agente federale di controllo della fauna selvatica, Cory Lambert (Jeremy Renner), durante una sessione di caccia al puma scopre nella neve il corpo senza vita di Natalie Hanson, una ragazza di 18 anni. Ad indagare viene inviata l'agente del F.B.I. Jane Banner (Elizabeth Olsen) la quale essendo inesperta e impreparata alle rigide e difficili condizioni dell'inverno del Wyoming chiede di farsi assistere dall'esperto Cory. Il cacciatore, così si definisce, inizialmente non vuole avere nulla a che fare con il caso finché non capisce che dietro la morte della giovane ragazza si nasconde ben altro ed avendo perso anche lui una figlia e avendo avuto l'ordine di vendetta dal padre della vittima, decide di partecipare alle indagini. Cosa succede durante e dopo le indagini non posso dirlo, ho già detto troppo perciò vi suggerisco di scoprirlo al cinema, ma posso dirvi che alla regia di I segreti di Wind River c'è Taylor Sheridan, anche sceneggiatore della pellicola che dopo Sicario e Hell or High Water conclude una trilogia di lavori da lui scritti che affrontano il tema della moderna frontiera americana.
Dal punto di vista tecnico I segreti di Wind River è impeccabile, in alcuni tratti ho rivisto Sicario di Villeneuve soprattutto quando la trama thriller cede il passo all'ambientazione in cui si snoda e sviluppa, cede il passo al voler documentare realtà difficili come la frontiera americana o la riserva indiana di Wind River durante il duro inverno del Wyoming. Ho apprezzato sin dalle prime immagini la colonna sonora, ho apprezzato le prime sequenze, una ragazza che nel cuore della notte a piedi nudi corre sulla neve, una voce femminile narrante recita una poesia. Dopo, solo ritmo molto lento, una trama semplice e scontata perché non ci sono colpi di scena, ma colpi di genio si. Quello che succede durante le indagini all'impianto petrolifero è spiazzante, giuro che ho fatto un balzo sulla poltrona e ho avuto i brividi perché mi si è gelato il sangue e percepire solo con il pensiero i meno trenta gradi del Wyoming non è stato di aiuto. Infine l'ultimo aspetto da non trascurare è che il film si basa su fatti realmente accaduti e l'intento di voler dar voce, di denunciare violenze sessuali, femminicidio, omicidi di donne che in determinati paesi non sono considerati, statisticamente non calcolati e contati, in un momento storico delicato anche nel nostro paese, è da applausi.
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