Ci son due coccodrilli ed un orangotango, due piccoli serpenti, un'aquila reale, il gatto, il topo e l'elefante, non manca più nessuno, solo non si vedono i due liocorni o in questo caso l'Indoraptor perché questa nuova e temibile creatura, protagonista in Jurassic World - il regno distrutto, essendo creata in laboratorio combinando il DNA di un Velociraptor con il DNA del Indominus Rex (feroce dinosauro visto in Jurassic World nel 2015) risulta assente all'appello dei dinosauri da salvare da Isla Nublar, l'isola al largo della Costa Rica dove sorgono le macerie del parco a tema più famoso del mondo del cinema, dove un vulcano dormiente da milioni di anni ora è pronto ad eruttare durante la prima parte del film proprio quando le note della simpatica canzoncina per bambini mi risuonavano in mente vedendo salire sulla nave di salvataggio, al contrario della ben più nota e biblica arca di Noè, solo un esemplare per specie tra quei dinosauri che abbiamo iniziato a conoscere già da piccoli sui libri di storia, ma imparato ad amare dal 1993 con le immagini dei film del maestro Steven Spielberg.
Ci risiamo, la smania dell'uomo che gioca a fare Dio in Jurassic World - il regno distrutto spinge gli scienziati della InGen a creare una nuova e feroce creatura, più forte, più agile, più intelligente, una nuova attrazione o una nuova arma di distruzione che inesorabilmente sfugge dal controllo umano seminando terrore nel più classico moster movie, in dinamiche cinematografiche già viste. Di nuovo nel film di Juan Antonio Bayona c'è il ribaltamento dei ruoli, perché i veri nemici in questo nuovo capitolo sono gli uomini, testardi e ignoranti non hanno imparato dagli errori già commessi, anzi riportato in vita i dinosauri senza il loro permesso per sfruttarli ancora come attrazione in un parco divertimenti, bombardarli appena il loro istinto selvaggio rivendica il proprio ruolo nella catena alimentare e lasciarli abbandonati al loro destino su Isla Nublar dove rischiano nuovamente l'estinzione a causa di un vulcano in eruzione, i dinosauri diventano vittime da salvare in una disperata missione di salvataggio, almeno così sembra.
Jurassic World - il regno distrutto ha rispettato ampiamente le mie aspettative, non mi aspettavo un gran film e così è stato, se dovessi scegliere non saprei proprio quale preferire fra i primi due capitoli di questa nuova trilogia che segue le orme impresse nella storia da Spielberg. Se già Jurassic World l'ho trovato poco coinvolgente e ripetitivo in dinamiche e concetti esposti, al contrario in Jurassic World 2 sono proprio le scene d'azione e di interazione con i dinosauri a coinvolgere maggiormente grazie al livello elevato degli effetti speciali e quelle sfumature di horror che Bayona riesce a toccare purtroppo solo leggermente, mi sarebbe piaciuto se il film avesse spinto più deciso su tinte horror che si sarebbero sposate perfettamente con il prologo e soprattutto con il finale, a mio parere unica nota positiva, che costruisce le basi per il prossimo capito in programma per il 2021 e chissà capace di realizzare il mio sogno di vedere i dinosauri catapultati in un contesto urbano.
Jurassic World - il regno distrutto l'ho visto come un film di transizione, presenta buchi narrativi e spinge il longevo franchise verso nuove dimensioni, buoni propositi ma che restano vani perché influenzati a mio parere da un mondo di incoerenze e situazioni poco credibili: prima di tutto le motivazioni che spingono la ex manager del parco Claire Dearing (Bryce Dallas Howard) e l'ex ricercatore e addestratore di Velociraptor Owen Grady (Chris Pratt) a farsi coinvolgere in una missione di salvataggio al limite della legalità vista la sentenza del Senato degli Stati Uniti riguardo l'evacuazione dei dinosauri da Isla Nubilar, di conseguenza i protagonisti sono intrappolati in una corsa contro il tempo, in una poco credibile corsa contro lava e magma. A proposito, i protagonisti presentano una caratterizzazione differente dal precedente film, Bryce Dallas Howard molto meno solenne e abbottonata, Chris Pratt sembra quasi interpretare Star-Lord di Guardiani della Galassia, ma se nei panni del vendicatore spaziale gag e battute funzionano in questo caso trasformano il figo del parco nello scemo del villaggio, anche i dinosauri interagiscono quasi come spalle al servizio di comici da cabaret, mi riferisco ad esempio, per chi ha già visto il film, alle sequenze con il T-Rex all'interno del container sulla nave oppure con il Pachycephalosauro (per intenderci è quello con la testa dura) all'interno dei sotterranei della tenuta Lockwood. Ma l'esempio più lampante che mostra quanto il franchise stia per intraprendere strade e dimensioni nuove e quanto queste non siano coerenti con se stesse è la scena più attrattiva del trailer e momento clou del film, quando l'Indoraptor, creatura dal nome alquanto poco originale ma dal quoziente intellettivo superiore anche al mio, entra abbassando la maniglia della finestra all'interno della cameretta per spaventare un'indifesa bambina che sul proprio letto è protetta solo da un bianco lenzuolo, dal punto di vista tecnico è la sequenza più spaventosa e ricca di tensione percepibile, soprattutto immaginando il pericolo all'interno dell'ambiente familiare e l'impotenza di restare spalle al muro indifesi, ma ecco l'incoerenza dietro queste stupende inquadrature: in primis ancora mi chiedo perché la bambina fugge dalla compagnia di due adulti e dall'atrio della tenuta corre fino alla sua cameretta, attirando pure l'attenzione della feroce creatura, per poi nascondersi soltanto sotto le lenzuola del proprio letto mentre dinosauri, mica cagnolini, affollano la casa? E poi, tra inquadrature claustrofobiche e colonna sonora tensiva, se l'intento era quello di spaventare adottando un regime horror allora il risultato è un ibrido quasi spaventoso quanto i dinosauri che gli scienziati della InGen creano in provetta, allora avrei evitato ad esempio l'introduzione di nuovi personaggi come la dott.ssa Zia Rodriguez (Daniella Pineda) e soprattutto il tecnico Franklin Webb (Justice Smith) capace di abbassare drasticamente i toni e cadere nel ridicolo in ogni situazione che lo vedono protagonista.
Insomma Jurassic World - il regno distrutto è un film che mi ha lasciato alquanto perplesso, ma allo stesso tempo incuriosito verso il prossimo capitolo di questa nuova trilogia che spinge verso nuove dimensioni con buoni propositi ed audace ambizione, il parco sarà pure definitivamente chiuso e anche se il regno è stato distrutto da un mondo di incoerenze il conto alla rovescia per il 2021 è già iniziato.
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Anche per noi poco riuscito questo film, nonostante il buon regista! Bella recensione, hai provato a trovarci del positivo! EvilAle sul nostro blog un poà' meno...
RispondiEliminahttps://vengonofuoridallefottutepareti.wordpress.com/2018/06/11/jurassic-world-fallen-kingdom/
Ho letto la vostra recensione, concordo in pieno... diciamo che io cercavo di essere più diplomatico 😂
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