Boston, 15 aprile 2013, la più antica tra le maratone annuali che si svolgono al mondo viene brutalmente interrotta da due esplosioni. L'incidente avviene alle 15.00 circa ora locale, in breve tempo prende la denominazione di attentato terroristico, le immagini fanno il giro del mondo. A causare le due esplosioni sono due ordigni rudimentali piazzati nei pressi del traguardo in Boylston Street, due pentole a pressione da sei litri riempite di esplosivo, chiodi, pezzi di ferro e sfere metalliche, chiuse all'interno di borsoni neri da viaggio e controllate da un timer. Le riprese televisive sul traguardo mostrano scene raccapriccianti perché nella stessa inquadratura le due esplosioni purtroppo sono ben visibili vista la distanza di circa 150 metri ed un intervallo di dodici secondi tra la prima e la seconda, al momento del primo colpo sullo schermo televisivo il cronometro della gara mostra il tempo di 4 ore, 9 minuti e 43 secondi, i vincitori della maratona hanno già tagliato il traguardo da circa due ore, ma la gara non è per nulla conclusa vista la massiccia partecipazione, tra le persone ancora in gara c'è Erin Hurley la ex fidanzata di Jeff Bauman, il protagonista interpretato da Jake Gyllenhaal in Stronger - io sono più forte di David Gordon Green al suo primo film importante ed impegnativo da regista considerando il genere biografico e il delicato evento dal quale il film si sviluppa.
La maratona di Boston non è un semplice evento sportivo, la manifestazione instituita nel 1897 inizialmente aveva solo un rilievo locale, ma progressivamente ha saputo attrarre atleti di tutto il mondo. Si svolge ogni anno il terzo lunedì del mese di aprile, in occasione del Patriot's day festa riconosciuta anche nello stato del Massachusetts per commemorare la battaglia di Lexington quindi l'inizio della guerra di indipendenza americana, lo stesso giorno anche la squadra di Baseball della città, i Boston Red Sox giocano volontariamente una partita di campionato nello stadio di casa del Fenway Park situato a pochi metri proprio da Boylston Street, ovvero il traguardo della maratona, concentrando così un enorme flusso di gente nell'arco di pochi isolati. L'attentato alla maratona di Boston del 2013 è quindi un attacco alla storia ovvero alle tradizioni degli americani, le motivazioni che spingono ogni atleta a partecipare alla gara, onorare la bandiera a stelle e strisce o più semplicemente ad assistere all'evento, sono tra le più disparate: mettersi alla prova e spirito agonistico, solidarietà e fini altruistici come organizzare una raccolta fondi, sentito senso patriottico e malinconico spirito celebrativo. L'attentato terroristico è un atto di pura follia e vigliaccheria che rovina e infanga una vera è propria festa per i cittadini di Boston ovvero per il popolo americano in generale, ma non distrugge il senso di appartenenza e il cuore di un popolo che negli anni successivi è rimasto unito anche più di prima.
Ma parliamo di cinema, sull'attentato alla maratona di Boston sono state già realizzate due pellicole cinematografiche: la prima, Boston - caccia all'uomo (2016), racconta l'indagine e il conseguente inseguimento ai due terroristi di origine cecena responsabili della strage con toni e caratteri di genere thriller, un cast d'eccezione, accurata caratterizzazione dei personaggi, ovvero alcune vittime e feriti dell'attentato, alcune particolari storie da raccontare, tanto spazio e attenzione al tragico evento e soprattutto tanto patriottismo. La seconda opera, Stronger - io sono più forte, invece focalizza tutta l'attenzione su Jeff Bauman, il ragazzo sopravvissuto all'attentato che come altre circa 250 persone ferite ha perso le gambe, ma come pochi altri è riuscito a diventare un simbolo per la città di Boston, un biopic su una delle vicende umane di resistenza e rinascita più toccanti sulla suddetta tragedia.
Nel fatidico episodio hanno perso la vita tre persone, tra le quali un bambino, e altre circa 250 sono rimaste ferite, i due ordigni esplosivi lasciati a terra hanno maggiormente colpito gli arti inferiori dei vicini ignari e distratti dalla corsa, tra questi Jeff Bauman, presente al traguardo della maratona solo per sostenere la sua ex/futura fidanzata, si ritrova a pezzi le gambe che poi successivamente gli vengono amputate sopra alle ginocchia. David Gordon Green sceglie di dedicare poco spazio all'attentato terroristico e archivia la triste vicenda della maratona dopo poco più di quindici minuti, focalizza così l'attenzione su Bauman, sulla sua caratterizzazione e su quella delle persone a lui più care come ad esempio sua madre (Miranda Richardson) o Erin Hurley (Tatiana Maslany) la donna che stava cercando di riconquistare e che spinta da un mix di affetto e senso di colpa si ritrova ad aiutare lo stesso Bauman a superare i momenti più difficili nel lungo periodo di depressione e dolori fisici fino a rimetterlo metaforicamente e fisicamente in piedi.
Gli aspetti che ho apprezzato in Stronger - io sono più forte sono l'interpretazione di Jake Gyllenhaal e il messaggio ovvero l'insegnamento che Bauman seppur indirettamente rivolge al pubblico, la voglia di reagire e di non abbattersi mai davanti alle diverse e sfaccettate avversità della vita. L'interpretazione di Jake Gyllenhaal è incredibilmente convincente considerando che interpreta appunto una persona senza gambe e per chi le gambe le possiede credo sia davvero difficile sapere o immaginare come sia o cosa si provi a non averle, ma tralasciando l'aspetto tecnico, ovvero a volte Jake Gyllenhaal sembra quasi in ginocchio, altre volte le inquadrature sono impeccabili come ad esempio la scena più sensibile della prima medicazione alle ginocchia dopo l'intervento nella quale il primo piano è tutto sul volto sofferente dell'attore protagonista e le immagini delle mani operanti del dottore in secondo piano sono intelligentemente offuscate, tralasciando il behind of il lavoro fatto da Jake Gyllenhaal nello studio del personaggio é palesemente visibile. Recitare vuol dire anche immaginare quindi lo spettatore, a prescindere dalla somiglianza fisica dell'attore al protagonista reale, è maggiormente trasportato se l'attore è capace di fare un viaggio all'interno del personaggio. Jake Gyllenhaal riesce a capire che tipo di uomo sia Jeff Bauman e lo mette in scena in tutti i suoi aspetti attraverso un viaggio interiore, ma anche esteriore fatto di carattere ed emozioni condivise sullo schermo: il frenetico entusiasmo iniziale per riconquistare la sua ex, il dramma e il dolore post incidente e intervento chirurgico, il frenetico complice invasione dei media rientro a casa, il falso ottimismo dei primi giorni di riabilitazione e la depressione post senso di impotenza e dipendenza altrui, la paura e l'empatia verso i cittadini di Boston che in lui riconoscono un eroe perché nonostante tutto nel suo letto di ospedale riesce ad aiutare gli agenti del FBI a catturare i due attentatori perché prima delle esplosioni è riuscito a vederli in faccia. Bauman diventa un simbolo di forza, unione e lotta contro il terrorismo, la sua storia potrebbe benissimo rientrare in una strofa della canzone presentata a Sanremo da Fabrizio Moro ed Ermal Meta perché in una scena finale, quando è chiamato a lanciare la palla di Baseball all'inizio di una partita dei Red Sox grida a tutto il mondo: "Non mi avete fatto niente". L'etimologia del nome Bauman potrebbe anche suggerire il nome di un nuovo supereroe, magari l'uomo-bau ovvero l'uomo cane, ma se il nome non avrebbe senso considerando la sua storia, la figura di supereroe per la città di Boston invece è importante perché Bauman non è l'eroe che la città si meritava, ma l'eroe di cui i cittadini ne avevano bisogno per esorcizzare e superare ogni paura contro il terrorismo, neanche lo stesso Jeff Bauman è consapevole di essere un importante esempio, ma l'ho apprende grazie all'incontro con Carlos Arredondo, l'uomo che prontamente lo soccorre negli immediati attimi frenetici post esplosione; Bauman così come lo spettatore in sala non si aspetta di sentir dire la parola "grazie" soprattutto quando è Bauman che dovrebbe ringraziare, ma non lo fa perché anche in seguito a problemi relazionali in famiglia in un momento di piena debolezza avrebbe preferito essere morto nell'incidente. Gyllenhaal completa l'arcobaleno di emozioni e il Bauman che interpreta dopo l'incontro con Arredondo è davvero figlio di una rinascita, il messaggio di forza e il consiglio di reagire in ogni caso alla vita è il testamento che il film Stronger lascia ai posteri, una lezione di vita indiretta che il Jeff Bauman uomo visto e disegnato dal lavoro interpretativo di Jake Gyllenhaal magari non era capace di dare, ma il Jeff Bauman eroe plagiato ed addestrato da Carlos Arredondo dopo una chiacchierata in una tavola calda invece si.
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