L'esperienza mi insegna che un prodotto molto pubblicizzato nasconde quasi sempre una fregatura, le lezioni di marketing strategico e marketing operativo frequentate e verbalizzate con modesti voti in sede di esame ai bei tempi dell'università mi suggeriscono di considerare Venom come un bene, ovvero come un vero e proprio prodotto cinematografico lanciato sul mercato di settore allo scopo di massimizzare i profitti e rilanciare se non salvare il franchise, il ramo o settore in casa Sony Pictures Entertainment predisposto a progetti quali cinecomics Marvel. La passione per il cinema, invece, mi consiglia di vedere il nuovo film di Ruben Fleischer, regista del tanto amato Benvenuti a Zombieland, ma è la passione per i fumetti che mi dice di promuovermi come portavoce di un movimento sovversivo composto da chi col cuore ferito e colmo di delusione ha la fervida convinzione di gridare al mondo che se Venom è tutto quello visto in sala, allora... NOI NON SIAMO VENOM!
Venom non necessita di pubblicità perché il film stesso è uno spot pubblicitario, il nemico di Spider-man più famoso e amato viene incredibilmente snaturalizzato e usato fino a fargli fare marchette per esigenze di business, vendite e record d'incassi al botteghino. Magari con i suoi 112 minuti di durata può sembrare uno spot lungo, ma Venom è uno spot pubblicitario a tutti gli effetti o meglio in tutte le sue caratteristiche: il brand è Sony, il co-brand è stipulato con Marvel, il testimonial ahimè è Tom Hardy, il jingle è creato ad hoc da Eminem, lo slogan inutile ripeterlo perché è ovunque e lo storytelling semplicemente è la trama, ovvero il risultato di una sceneggiatura scritta a otto mani, quasi completamente inventata poiché di libera ispirazione sulla serie fumettistica Venom: Lethal Protector, una serie limitata di sei fumetti che mostra la progressione di Venom da cattivo ad antieroe, ambientata tra le suggestive strade di San Francisco. Premettendo che non ho mai letto la serie Lethal Protector, ma fumetti sul famoso arrampicamuri molti, credo che sia proprio questo il punto chiave attorno al quale nascono tutte le perplessità e gli interrogativi riguardo il Venom di Ruben Fleischer.
Il primo interrogativo nasce quasi spontaneo e riguarda l'approccio col il quale si affronta il Venom cinematografico, nonché del bagaglio di conoscenza già in possesso sul personaggio.
Chi o cosa è Venom? Nel film simpaticamente viene definito un parassita, ma Venom è un simbionte alieno, un essere senziente che si attacca mentalmente e fisicamente ad un corpo ospite. Per i profani del fumetto e non conoscitori del personaggio, il film di Ruben Fleischer si presenta come un buon film di fantascienza a tratti con sfumature horror nel quale però sono le scene d'azione a farsi preferire. Chi si approccia a Venom attraverso il cinema non si pone il quesito di che fine abbia fatto Spider-man e può godere di un film scritto in maniera del tutto credibile e quindi indipendente dal supereroe spara ragnatele, ma soprattutto accetta il movente di Carlton Drake, fondatore della società di bioingegneria Life Foundation, di effettuare ricerche scientifiche nello spazio nel tentativo di trovare una soluzione a problemi ambientali del nostro pianeta che imbattendosi nel simbionte alieno deduce che esso sia l'evoluzione per l'umanità perché questo essere senziente dai poteri superiori prendendo il possesso del corpo di qualsiasi essere umano possa trasformarlo in una versione migliore. I profani del fumetto vedono il famoso e stimato giornalista d'inchiesta Eddie Brock che dopo aver investigato sulle attività della Life Foundation si gioca la carriera e dopo esser entrato in contatto con il simbionte, cambia la sua vita per sempre, ma soprattutto (anche se il giudizio in questo caso è oggettivo) possono apprezzare la performance interpretativa di Tom Hardy, forse l'attore più espressivo e in questa pellicola quanto mai sprecato, che regala sfumature nuove e inaudite al personaggio.
Per i lettori di fumetti o fan di Venom, il film è una grossa delusione dovuta da una serie di fattori (le premesse e le parole del regista al Comic-Con di San Diego durante il panel dedicato, il progetto di dedicare un film al nemico di Spider-man più violento e sanguinario di sempre nonché di creare un dark universo come il Marvel Cinematic Universe creato dai Marvel Studios) che non hanno fatto altro che accrescere entusiasmo e desiderio, ovvero un mondo di scenari e possibilità per il simbionte alieno. "In questo film non ci sono eroi", "Sarà un bagno di sangue", "un supereroe che con i toni del Marvel Cinematic Universe ha poco a che fare", le parole del regista pronunciate al Comic-Con di San Diego sono puntualmente smentite dal suo film. "Il mondo ha già abbastanza supereroi", il trailer è quasi una televendita, il parallelismo che si crea tra Venom ed Eddie è vergognoso, il primo un burattino nelle mani dei marketing manager, il secondo il pupazzo del ventriloquo alieno e non oso immaginare dove sia infilato il nero braccio alieno, anzi dal doppiaggio di Tom Hardy (personalmente non apprezzato) forse un'idea me la sono fatta. I lettori di fumetti conoscono le origini di Venom che fa la sua apparizione fumettistica negli anni '80 in Secret Wars quando i più famosi supereroi vengono intrappolati su un pianeta chiamato Battleworld e prendono parte ad uno scontro chiamato Guerre Segrete. Durante la battaglia il costume di Spider-man viene distrutto e lui trova un frammento di tecnologia aliena che genera un nuovo costume di colore nero che reagisce ai pensieri, cambia aspetto e spara ragnatele, almeno così crede perché in realtà Spider-man indossa e si porta con sé sulla terra il simbionte nero. I lettori di fumetti conoscono le conseguenze psicologiche e fisiche dell'indossare il costume nero e come Peter Parker si sbarazza del simbionte sul campanile di quella chiesa dove prima di compiere il peccato mortale del suicidio avendo un'educazione cattolica Eddie Brock pregava per essere perdonato. I lettori di fumetti conoscono la storia di Eddie Brock che scrisse un articolo sulla confessione di un super criminale, il Mangiapeccati, un articolo che a causa di una rivelazione di Spider-man risultò una falsa, che dopo il licenziamento la rabbia verso Spider-man si trasformò in disperazione e intenzione di farla finita, che in quella chiesa l'incontro con il simbionte in caduta dal campanile, si sposò perfettamente con il suo corpo e la sua mente e mutò ogni scopo di vita in sete di vendetta nei confronti dell'uomo ragno. I lettori di fumetti sono anche i primi spettatori di cinecomics, quindi vedersi stuprare l'antologia fumettistica di un personaggio amato con original story è davvero inammissibile, soprattutto se poi queste storie risultano poco credibili, così come l'assenza di Spider-man che in base a quanto detto ha davvero un ruolo chiave per la nascita di Venom, uno non può vivere senza l'altro, il personaggio di Venom oppure lo stesso Eddie Brock andava caratterizzato e sviscerato meglio, il personaggio super cattivo e ultra violento viene ammorbidito tradendo la promessa del bagno di sangue o il film privo di eroi visto che alla fine Venom si impegna nel salvataggio della Terra dalla sua nemesi proveniente dal suo stesso pianeta. Su Eddie Brock qualcosa è pure mostrato, ma del simbionte alieno, delle sue origini o del suo pianete praticamente nulla e persino il salto narrativo di sei mesi non è accettabile per comprendere il rapporto quasi di amicizia che tra l'alieno e il corpo ospitante si crea. Indipendentemente che lo spettatore sia un lettore o un profano di fumetti, Venom non rispetta i toni cupi promessi e finisce per essere una brutta copia di un qualsiasi titolo targato Marvel Cinematic Universe con gag e battute non funzionanti e fuori contesto, saturi ormai dal genere si sperava che Venom portasse novità in quella vasta landa del genere cinecomic, si sperava in un approccio più introspettivo o interpersonale che mostrasse la lotta interna ad Eddie Brock fino alla simbiosi con il "parassita", che mostrasse cattiveria e crudeltà ingiustificata nonché analizzasse il punto di vista di un cattivo e le sue ragioni, le origini del male e invece Venom si dimostra un suggestivo e audace progetto miserabilmente fallito che alimenta il dibattito: ma non è meglio lasciar più spazio creativo ad autori, registi e spingere verso una nuova direzione, verso l'autorialità dei blockbuster?
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