"Sai che cos'è uno stregone, Lewis?", "Una strega maschio!". All'interno di questa battuta si nasconde il mio personale giudizio sul film perché se da un lato, impersonificate dallo stregone Jonathan Barnavelt, a porre la domanda sono le aspettative che avevo prima della visione di Il mistero della casa del tempo, dall'altro a rispondere così cinicamente, impersonificata dal piccolo Lewis è la pura realtà dei fatti in virtù di quanto visto che analogamente alla risposta fornita dal ragazzo tende a sminuire la figura dello stregone così come quelle mie personali antecedenti aspettative sul film. Ma è pur vero che, dizionario alla mano, la risposta di Lewis non è etimologicamente errata quindi è anche giusto dire che il film di Eli Roth, a tutti gli effetti un film per ragazzi "vecchio stile", è un gustoso antipasto di quello che sarà un mese davvero magico che solo nei primi giorni di programmazione presenta nelle sale oltre il suddetto titolo, il magico mondo Disney del Lo Schiaccianoci e i quattro regni, i racconti di R. L. Stine che ritornano a prendere vita in Piccoli Brividi 2, ma soprattutto, portata principale, dal 15 novembre il film magico per antonomasia, Animali fantastici i crimini di Grindelwald, un nuovo capitolo della saga più magica della storia del cinema nata dall'immaginazione e dalla penna di una vera stregona (in senso buono) della letteratura contemporanea ovvero J. K. Rowling.
Il regista di Il mistero della casa del tempo, Eli Roth che forse ricorderete per il suo ruolo del sergente Donnie Donowitz (l'Orso Ebreo) al fianco di Brad Pitt in Bastardi senza gloria o dietro la camera da presa in horror audaci come Knock Knock o il più splatter Hostel, riesce ad realizzare giocando con il giusto equilibrio tra paura e comicità un buon titolo di Halloween, ovvero un buon film da vedere l'ultimo giorno di ottobre, consigliato se si vuole festeggiare in casa e in compagnia la festa più spaventosa dell'anno, magari consumando anche qualche dolce spuntino rimediato dopo un giretto del quartiere suonando e pronunciando ad ogni porta: "Dolcetto o Scherzetto?".
Proprio come le parole pronunciate dai ragazzini mascherati da mostricciatoli più o meno spaventosi sull'uscio di ogni porta, anche Il mistero della casa del tempo presenta dolcetti e scherzetti cinematografici, note positive e successive delusioni, dolcezze quali: l'ambientazione della New York anni '70 essendo il film di Eli Roth l'adattamento del romanzo La pendola magica, l'interpretazione di Jack Black nel ruolo di Jonathan Barnavelt lo stregone, una garanzia nei film di genere o della divina Cate Blanchett, davvero un lusso ostentato in questo film, un po' come una foto postata sui social al solo scopo di ricevere like facili, la sceneggiatura che modernizza una storia vecchia quasi di cinquant'anni con battute efficaci, gag divertenti e dinamiche che toccano delicate corde familiari, il desiderio di appartenenza, di piacere ed essere considerati dagli altri oppure che insegnano a diffidare dalle false amicizie o comunque da chi della ingenuità altrui cerca di approfittarne, ma soprattutto a farsi preferire è la prima parte del film in cui il mistero e la suspince, legati ad un orologio nascosto nella misteriosa casa Barnavelt che accoglie il piccolo Lewis, s'intrecciano con i toni leggeri tipici di un teen movie. Una poltrona animata come animale domestico, i rintocchi che ogni giorno diventano sempre di meno come se fosse un magico countdown e una vetrata che cambia immagine e colori sintomo che la casa vuole comunicare con i suoi inquilini, qualcosa già visto al cinema presentato solo con una veste inedita, troppi riferimenti e contaminazioni cinematografiche che portano lo spettatore più esigente a porsi l'interrogativo se Il mistero della casa del tempo sia davvero carente di quel qualcosa in più che faccia fare la differenza. Il film scivola via piacevolmente per chi ai ragazzini mascherati da mostricciatoli ha risposto con un dolcetto, ovvero per chi il film se lo guarda senza particolari pretese, altrimenti lo scherzetto di Eli Roth è servito come un pacco di farina versato sulla porta di casa, come una forzatura narrativa che arriva nel momento cruciale della trama e porta a sviluppare quegli eventi, altrimenti evitabili, ben annunciati e preparati nel magico prologo del film, verso un magico e scintillante finale non privo di sequenze divertenti che vedono protagonista l'incredibile mimica facciale di Jack Black, perciò Il mistero della casa del tempo è un film che va visto con leggerezza, spensieratezza e convinzione che sia solo un gustoso antipasto di quello che sarà un mese davvero molto magico.
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