La differenza tra appassionato ed artista è abissale, ma se un artista è anche inevitabilmente un appassionato del suo lavoro, al contrario, essere un appassionato di arte (in qualsiasi forma essa espressa) non vuol dire necessariamente che di conseguenza si possa diventare un artista. Essere un appassionato di poesie come Lisa Spinelli, protagonista di Lontano da qui di Sara Colangelo remake di un film israeliano del 2014 (The Kindergarten Teacher), non comparta necessariamente che essa diventi un'apprezzata poetessa, così giusto per mettermi personalmente in gioco in quanto nel personaggio interpretato da Maggie Gyllenhaal mi sia immedesimato senza fare grossa fatica, per quanto io possa dedicare del tempo alla visione di film o alla ricerca di notizie sul cinema in generale, sono consapevole che questo non fa di me un critico cinematografico e neanche un attore o addirittura un regista, sarebbe pura eresia, eppure ci provo perché a nessuno è vietata la possibilità di farlo per aggiungere un posto in più alla tavola della mediocrità. Studio, lavoro, dedizione ed applicazione portano quasi sempre risultati positivi, ma per raggiungere l'eccellenza bisogna possedere il talento, puro ed innato che può essere dappertutto e in chiunque, tutti siamo capaci di fare qualcosa e crediamo di saperla fare bene, ma esiste sempre qualcun altro che la sappia fare meglio, il talento si può manifestare in modi impensabili e può prendere le forme più insospettabili come quella di Jimmy un bambino di appena cinque anni, un piccolo involucro capace di contenere un talento immenso.
Questo è uno dei nodi portanti alla base di Lontano da qui, un film che come una fune in mano ad un marinaio si presta a diversi nodi interpretativi dovuti, come una delle battute del film suggerisce, da una questione di punti di vista. Il film parla di poesia e subito mi vengono in mente altri titoli che ho apprezzato e visto recentemente come Paterson di Jim Jarmusch o il biopic Neruda di Pablo Larrin, nei quali la poesia viene rapporta alla quotidianità mostrando quanto nella sua ripetuta monotonia essa si celi oppure si evidenzia il rapporto, a volte anche conflittuale, del poeta con le sue opere mostrando quanto egli si possa fondere con esse. Lontano da qui non è da meno e tratta la poesia e la figura del poeta in modo molto delicato perché lo fa attraverso il personaggio di Jimmy un bambino che semplicemente frequenta la scuola materna e tra un esercizio per imparare a scrivere le lettere dell'alfabeto, una pausa merenda e quattro calci ad un pallone improvvisamente quasi cadendo in uno stato di trance crea composizioni poetiche, da trascrivere immediatamente perché dopo aver composto la poesia camminando avanti e indietro il piccolo quasi non ha più memoria di quanto detto. Lontano da qui parla di poesia e anche se lo fa in modo delicato allo stesso tempo fa molto rumore perché denuncia la sua assenza nella vita moderna, evidenzia le distrazioni che i social network forniscono, mezzi di influenza e vere barriere comunicative come dimostrano i falliti tentativi di comunicazione di Lisa con sua figlia, così come la rinuncia di eccellere da parte di chi ha un potenziale talento solo per sopravvivere socialmente nella mediocrità collettiva e sentirsi meno solo e poco più gradito.
Come già detto l'interpretazione del film di Sara Colangelo è una questione di punti di vista, il primo è quello proposto e suggerito allo spettatore, il secondo è rimesso alla capacità cognitiva di quest'ultimo nel finale del film, in mezzo vi sono una serie di sottilissime critiche alla società e alla cultura contemporanea. La prima interpretazione è suggerita allo spettatore attraverso il punto di vista della protagonista Lisa Spinelli, una maestra d'asilo appassionata di poesia, non molto dotata nella composizione di versi poetici, ma capace di riconoscere il talento di uno dei suoi alunni, un vero prodigio, definito un piccolo Mozart della poesia. Lisa Spinelli è un personaggio interpretato magnificamente da Maggie Gyllenhaal, in una delle prove più delicate ed intense della sua lunga carriera, ben caratterizzato propone una figura alla quale molte donne si potrebbero immedesimare: una donna in carriera che se pur riesca a tenere sotto controllo una classe composta da una dozzina di bambini, sente allontanarsi, anche emotivamente, dai componenti della sua famiglia, una insoddisfazione che raggiunge il culmine proprio quando scopre il talento del piccolo Jimmy. Lisa trascrive le poesie del piccolo poeta e le propone spacciandole per sue al corso di poesia che ogni settimana frequenta, in poco tempo da proporre versi caratterizzati da una scrittura troppo tipica diventa la più apprezzata del corso da colleghi e soprattutto dal maestro. Ma quali sono le vere intenzioni della maestra di scuola materna? Spacciare per sue le poesie del bambino è solo un modo per capire, confrontandosi con altri appassionati, il potenziale del talento di Jimmy, almeno così sembra e sotto questo punto di vista si cela una sottilissima critica su quanto sia effimera l'oggettività della valutazione, dell'interpretazione o della critica artistica; ovvero la stessa poesia proposta non da un adulto, ma da un bambino avrebbe riscosso lo stesso successo? Forse si, perché no!? Di certo a tutti gli effetti la scoperta del talento di Jimmy sconvolge la vita di Lisa che concentra ogni suo pensiero e tutte le sue forze nella difesa del talento del piccolo da chi come la sua famiglia non è in grado di riconoscere, così puro e fragile è costantemente minacciato dalla nostra cultura e dalla società che fa di tutto per sopprimerlo. Non solo, perché Lisa è disposta a tutto, anche a compiere atti molto discutibili, per realizzare un libro di poesie con il nome del piccolo poeta, farlo conoscere al mondo e andare insieme lontano da qui, lontano dal contesto ambientale in cui vivono, dalla loro piatta realtà. Ma la maestra Lisa agisce davvero negli interessi di Jimmy? Le sue azioni fanno del bene al piccolo? Ecco a riguardo, il film che per ritmo e coinvolgimento emotivo si costruisce un finale in crescendo, a mio parere prende una repentina svolta narrativa irrazionale lasciando allo spettatore libertà interpretativa. La situazione sembra quasi sfuggire di mano e Lisa prende molto sul serio la cura artistica del piccolo Jimmy tanto da far quasi considerare l'ipotesi che stia sfruttando il bambino per realizzare attraverso di lui il suo sogno di essere una poetessa e scrivere un libro di poesie. Il finale apre a nuovi scenari interpretativi e ampie discussioni riguardo l'etica e la moralità della donna in relazione al suo ruolo lavorativo oppure riguardo al rispetto delle volontà del piccolo o del padre di Jimmy, tutore legale e garante dei suoi diritti, importante considerare anche questi nuovi punti di vista.
Lontano da qui è un film dolce e delicato, ma allo stesso tempo rumoroso ed emotivamente potente, coinvolge e sopratutto fa riflettere poiché stimola lo spettatore fornendoli punti di vista differenti a favore della sua libertà interpretativa. Il finale apre a discussioni e confronto di pareri, infine c'è quel tocco di poesia che per la moderna cultura e società contemporanea è un vero disintossicante... consigliatissimo.
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