Il piccolo e simpatico crostaceo Sebastian nel film d'animazione Disney La Sirenetta non ha torto perché infondo la vita in fondo al mar è molto più bella, il mare è pieno di meraviglie e l'idea per un abitante di tale mondo di andare sulla superficie è davvero sbagliata. Il granchio di colore rosso cerca invano di persuadere la sua amica Ariel dal desiderio di andar sulla terraferma attraverso una canzoncina tanto famosa e orecchiabile quanto inefficace, ma per farlo non è da solo perché il sarago suona il flauto, la carpa l'arpa, la platessa il basso, il pesco rombo la tromba, la razza e il nasello il violoncello, la sardina l'ocarina, l'orata fa da coro e se il luccio è il re del blues in Aquaman, invece ho visto un polpo suonare i tamburi durante una sfida all'ultimo sangue all'interno del cerchio di fuoco (che non ha nulla a che vedere con il rito d'iniziazione nell'acquario di Alla ricerca di Nemo), ma ho percepito tutto questo molto credibile perché è un cinecomic e nei film sui supereroi tutto è lecito e possibile, perché infondo l'ho visto fare in un mondo ambientato sotto il mare, nella città di Atlantide, metropoli subacquea nella quale i suoi abitanti usano feroci o giganteschi animali marini come mezzi di trasporto molto più fighi e funzionali, dal design accattivante tanto da sembrare navicelle spaziali, rispetto alle nobili carrozze, le semplici selle da montare sui cavalli o aratri da applicare al seguito di buoi che chissà in quali luoghi ancora oggi usano gli abitanti della superficie. Ma se il mondo subacqueo visto finora al cinema mi è sempre risultato alquanto colorato e allegro, quello creato da James Wan in Aquaman, al netto del polpo batterista e qualche altra imperfezione come ad esempio la caricatura del Telepass marino per entrare attraverso la trafficata autostrada A1 al casello di Atlantide, risulta quasi essere un pianeta di una galassia lontana lontana, colorato, spaziale e grazie anche le sfumature horror insite sul fondale di suggestivo coinvolgimento.
Navigando in rete ho letto critiche dure e severe sul film di James Wan, ma con il massimo rispetto verso chi ha molta più esperienza e competenza di me, mi permetto di sentirmi quasi completamente in disaccordo poiché a mio parere Aquaman è un buon cinecomic, anzi è il migliore realizzato finora per l'universo cinematografico DC, colorato, divertente e coinvolgente, capace di non annoiare nonostante i suoi 143 minuti di durata e conservare le atmosfere e le caratteristiche stilistiche made in DC nonostante toni molto più leggeri. Aquaman forse non sarà il film adatto per i fan più esigenti e quindi più critici, ovvero i lettori di fumetti, ma di certo è il giusto compromesso per chi al cinema è alla ricerca di puro svago ed intrattenimento. I punti più contestati, da quel che mi sembra di capire, riguardano la parte grafica, i costumi, la sceneggiatura, il protagonista Jason Momoa nei panni di Aquaman e non solo, ma se per i primi due punti le critiche sono più o meno condivisibili per il resto credo proprio di no, quindi facendo fede alle sensazioni provate in sala, in questo caso mi promuovo eroe della storia che si batte per salvare non il mondo, ma la reputazione di Arthur Curry alias Aquaman.
Non sono un esperto di computer grafica e non ho fatto molta attenzione ai dettagli, quindi condivido le critiche secondo le quali una scadente qualità negli effetti speciali o l'assenza di una tangibile sensazione di essere sott'acqua potrebbe influire sul giudizio complessivo in quanto il film si sviluppa quasi completamente tra gli abissi marini. Il mare è l'elemento principale eppure basta leggere qualche intervista per apprendere che nonostante tutto il regista malaysiano ha realizzato un film su Aquaman senza utilizzare l'acqua perché la gestione di tale elemento in passato gli ha riservato complicazioni, quindi gli attori, ad esempio, sono stati appesi a dei fili e intorno a loro sono stati utilizzati i blue screen, così sembrano galleggiare, ovvero nuotare nell'acqua, forse consapevole di questo già prima della visione del film mi sono fatto distrarre da altri elementi scenici o narrativi, ma sono il primo ad ammettere che in effetti le maggiori contraddizioni si manifestano proprio nelle sequenze fatte con la GCI.
Mi piace leggere fumetti, ma non ho mai avuto l'occasione di leggerne uno su Aquaman perciò non saprei dire quanto sia attendibile o quali riferimenti siano veritieri o cosa sia stato inventato nella trama vista al cinema in relazione a quella fumettistica. Basta fare una semplice ricerca, però, per apprendere che la storia sulle origini del protettore degli oceani da cui prende spunto James Wan si rifà alla serie Silver Age, in fumetteria dalla fine degli anni '50 ai primi anni '70 e vede Arthur Curry nascere dal frutto di un amore quasi proibito tra Thomas Curry, guardiano di un faro e Atlanna, la futura regina di Atlantide. Nel film di Wan il guardiano del faro salva e presta cure alla bellissima regina Atlanna che sullo schermo ha le sembianze di Nicole Kidman, la loro storia d'amore ha la durata di un prologo perché Atlanna è promessa sposa a Barox, re di Atlantide ed è costretta a lasciare la superficie e con sè anche il piccolo Arthur nelle mani di Thomas. Passano gli anni e come Arthur sia diventato Aquaman quasi non è mostrato perché i super poteri del ragazzotto sono innati e attraverso paralleli flashback lo spettatore apprende solo l'addestramento ricevuto da Vulko (Willem Dafoe) capo consulente scientifico di Atlantide. Ma la trama si fa più interessante quando Orm (Patrick Wilson), fratellastro di Arthur e reggente di Atlantide decide di organizzare un esercito per dichiarare guerra al mondo in superficie colpevole di inquinare con i rifiuti il mondo subacqueo. Ovviamente la motivazione ambientalistica non è l'unica ragione che si nasconde dietro le volontà di Orm, riportare alla luce e lustro ad Atlantide è una priorità, ma l'idea oltre ad essere di estrema attualità è alquanto interessante. Se gli abitanti del mare un giorno si dovessero vendicare restituendo alla superficie i rifiuti da anni riversati in mare o dovessero dichiarare guerra per vendicare le disumane razzie fatte da spietati pirati o immorali pescatori, chi potrebbe difenderci? Beh sul grande schermo ci pensa quel bastardo (senza offesa, è pur sempre il frutto di due specie diverse) dalle muscolose sembianze di Jason Momoa, ma solo dopo aver, grazie all'aiuto di Mera dalle sensualissime sembianze di Amber Head, recuperato il tridente di Atlan. La trama anche se apparentemente può sembrare banale, vi assicuro che è molto più ricca perché ha una mole elevata di informazioni, nomi, personaggi e dinamiche familiari intrecciate, ma è scritta in modo molto chiaro e conciso ed a ogni azione o evento ne corrisponde subito un altro in un concentrato di oltre due ore di puro adrenalinico intrattenimento, senza pause, spazi o tempi narrativi di transizione noiosi. A riguardo l'unica pecca posso sottolinearla nella forzatura narrativa della sceneggiatura durante la ricerca del tridente di Atlan da parte di Mera e il contestato Aquamen di Jason Momoa.
La scelta dell'attore di origini hawaiiane infatti divide in due la critica, così le inquadrature e il montaggio che palesemente finiscono per sviluppare non un film sulle origini e gesta del protettore degli oceani, ma una sorta di esaltazione alle doti fisiche di Jason Momoa. Sapete che vi dico? Chi se ne frega! Il supereroe quasi del tutto sconosciuto che personalmente ho visto reso ridicolo o bersaglio di parodie attraverso anche la rappresentazione con ridicoli cavallucci marini in altri film o serie TV, grazie a Jeson Momoa acquista un particolare stile e carattere, una sorta di rivincita per il personaggio, ma soprattutto facendo fede alle sensazioni provate in sala, non credo di sbagliare valutandolo un prodotto cinematografico funzionante. Aquaman grazie a Jeson Momoa si presenta al cinema rivalutato e appagato come un ragazzino bullizzato tra i banchi di scuola (il film abbraccia anche tale tematica) che a distanza di anni mostra fiero a tutti l'uomo che è diventato.
In definitiva possiamo considerare Aquaman il miglior film dell'universo cinematografico DC? Credo proprio di si, così come credo che le critiche siano esagerate. Altro punto contestato riguarda le scene di combattimento, vere e proprie coreografie fatte senza tagli o senza mai staccare la camera che ruota tutta intorno al set, sequenze caratteristiche negli ultimi film made DC e tanto apprezzate, ad esempio, in
Wonder Woman. Poco importa se si rischia l'effetto grafico di un videogioco, io personalmente le ho trovate coinvolgenti, così come ho apprezzato l'omaggio, seppur troppo scenograficamente stereotipato, del nostro bel paese con alcune importanti scene girate in Sicilia.
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