In un luogo non luogo, Centerville, città che sta al centro della vicenda, al centro di tutto. In un tempo non precisato, nel quale auto moderne girano al fianco di auto d'epoca e smartphone di ultima generazione o computer, entrambi in possesso della polizia locale, si alternano a vecchi televisori a tubo catodico, radio o al mobilio dell'interno dell'unico pub o motel cittadino. In un luogo non luogo e senza tempo, poche case, una stazione di polizia, un centro di detenzione minorile, un benzinaio, una ferramenta, un'agenzia di pompe funebri stranamente e costantemente piena e uno storico cimitero. In un luogo non luogo, in un tempo senza tempo, i morti non muoiono.
I morti non muoiono, un film di zombie che non è un horror, una commedia che non è molto commedia, un film di Jim Jarmusch in apparenza poco Jarmusciano, ma nel profondo, grazie all'uso di immagini calibrate, parole banali ed ovvie, un linguaggio che colloca il mondo reale verso un mondo ideale cancellando tempo e spazio, un cinema di forte stampo Jarmusch. Sconsigliato per chi non ha mai visto un film di Jim Jarmusch o non gradisce la gelida e monotona, seppur voluta, comicità di Bill Murray, emblema dello stile cinematografico Jarmusciano e del Jarmusch pensiero.
Humor spiazzante, freddure e battute gelide come la morte, ridondanze, gag e ripetizioni, l'omonima e triste canzone scritta per il film dal cantante country Sturgill Simpson filo conduttore dell'intera storia. Dialoghi ponderati, minimalisti, misurati e mai sovrapposti, non dei veri e propri dialoghi, ma messaggi criptarti. Pause, lunghe pause, tempi morti, ritmo cadenzato, costante e mai spinto neanche quando i morti evadono dalle loro bare e invadono la città. Citazioni e riferimenti ad altre vecchie pellicole del cinema horror, esplicitamente a George Romero e La notte dei morti viventi, Alfred Hitchcock e Psycho, ma anche ad alti generi quali il Sci-fi e i classici giapponesi. Bill Murray e Adam Driver, ma anche Tilda Swinton, Chloe Sevigny, Steve Buscemi, Danny Glover, Caleb Landry Jones che compongono un cast incredibile, eterogeneo, una reunion di attori che hanno già lavorato con Jarmusch. la partecipazione di Sturgill Simpson, Iggy Pop, RZA, Selena Gomez e Tom Waits per una contaminazione pop, punk e rock, zombie eccezionali da far letteralmente perdere la testa. Temi trattati inaspettati, finale metaforico, sorprendente ed interpretabile, sottotesto politico e ineluttabili considerazioni. Surriscaldamento globale, scioglimento dei ghiacciai, inquinamento, il pianeta Terra fuoriuscito dal suo asse, rottura dei poli e Fracking, ovvero la frattura del sottosuolo dovuta da una pressione idraulica, come direbbe chi ha già letto il copione del film, non si preanuncia niente di buono e se a questo tragico scenario ci aggiungiamo un'orda di zombie allora la storia non può che finire male.
Jim Jarmusch con macabro gusto ed egoistico divertimento disegna la sua personale visione della fine del mondo, semplice e inevitabile. I morti non muoiono perché se la vita post-morte è la ripetizione o proiezione della vita precedente, ovvero pre-morte, cioè se i morti tornando a camminare sulla terra, oltre ad impegnarsi nel rimediare cibo, vagano alla ricerca di wi-fi, caffè o Chardonnay, bloccati nei propri vizzi ed ossessionati dai beni materiali anche dopo il trapasso, vuol dire che in qualche modo erano già morti prima, quando erano in vita. Jarmusch sfrutta uno zombie-movie per far riflettere sullo stato attuale di apatia ed indifferenza verso un mondo che cambia rapidamente, omologando ogni singolo cittadino di Centreville estende il concetto verso l'intera popolazione mondiale. Ma se il mondo attorno a noi cambia in modo negativo? Saremo in grado di rendercene conto tempestivamente? Oppure continueremo a barcollare come zombie verso i nostri quotidiani comfort? Ma quando questi comfort non ci saranno più saremo in grado di reagire? Viviamo in un momento e contesto storico e culturale in cui tutto è dovuto, in cui tutto quello che ci serve è alla portata di mano, soddisfiamo bisogni senza considerare le conseguenze ambientali o civili che esse siano: smaltiamo, sfruttiamo, invadiamo, imponiamo, obblighiamo, disboschiamo, colonizziamo, urbanizziamo, costruiamo e distruggiamo.
I morti non muoiono mette in guardia, ma se nel film di Jarmusch il tempo è scaduto e i protagonisti si preparano ad affrontare il loro apocalittico destino, fortunatamente per noi esiste ancora qualche speranza. Iniziamo ad aprire gli occhi e non barcollare come zombie, iniziamo ad essere più sensibili e consapevoli, magari diamo ascolto alle parole di Bob l'eremita unica voce fuori dal coro che nel film ha le sembianze di un trasandato Tom Waits, ma nel mondo reale di una caparbia sedicenne svedese di nome Greta Thunberg.
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