Negli ultimi anni, nei paesi della Scandinavia, si sta sempre più delineando e definendo il termine di "generazione perfetta". La suddetta "generazione perfetta" che nasce e si forma tramite l'istruzione scolastica, tende ad omologare le nuove generazioni di ragazzi scandinavi caratterizzandoli di una spiccata cultura, senso civico e sensibilità ambientale. Uno studio internazionale, infatti, mostra come i norvegesi hanno requisiti di condotta personale molto severi e che sanzionano, anche severamente, comportamenti indesiderati e non conformi allo standard ambito e desiderato dalla società. Il regista norvegese Martin Lund, con Psychobitch, vuole dimostrare che è possibile uscire da questa conformità e che il sistema della "generazione perfetta" può presentare una falla, soprattutto se in una fase importante della crescita personale di ogni individuo, ovvero l'adolescenza, quando ancora si è alla ricerca di se stessi, se si provasse ad ascoltare un po' di più il cuore al netto degli insegnamenti, le opinioni comuni, il pregiudizio o le indicazioni altrui. Martin Lund lo fa attraverso una storia d'amore ambientata proprio ai giorni d'oggi nella piccola e fredda città di Gjøvik, in Norvegia. Con una nuova interpretazione del tema più antico della storia del cinema, ovvero l'amore impossibile che per l'occasione vede protagonisti due ragazzi di 15 anni e un nido romantico fatto di banchi di scuola che ha differenza di quelli italiani sono dotati di computer, ma questa è un'altra storia.
Frida assume il ruolo di outsider della classe, minaccia con i suoi atteggiamenti di mettere in discussione il modello della "generazione perfetta" norvegese. Ha problemi famigliari e per due volte ha tentato il suicidio, si è guadagnata così l'etichetta di "strana", "pazza", "puttana psicopatica" (Psychobitch) senza, però, far nulla per far ricredere i suoi compagni di classe, cambiare l'immagine che gli altri hanno di lei, scrollarsi di dosso l'etichette, i giudizi e i pregiudizi, farsi conoscere perché è l'ultima arrivata in città e come spesso accade affronta i soliti e comuni problemi di inserimento. Frida, però, è consapevole del suo status e quasi ci gioca un po' per attirare l'attenzione su di se e mettersi continuamente al centro dell'attenzione, escamotage controproducente che grazie all'avvicinamento con Marius riuscirà ad esorcizzare. Marius è caratterialmente l'opposto di Frida, rispetta le leggi e il codice etico morale autoimposto, fa di tutto per essere un ragazzo esemplare, è ben inserito nella comitiva di amici, è timido e innamorato di una delle sue migliori amiche, combinazione questa letale. Un giorno i due vengono affiancati come compagni di studio, Marius la vede come un'altra opportunità per dimostrare a tutti quanto sia bravo, Frida non ha nessuna intenzione di renderli il compito semplice perché non crede di dover essere "riparata", nasce dalle loro sessioni di studio una relazione turbolenta, un viaggio che porterà i due ragazzi a stravolgere le proprie abitudini, i propri stati d'animo, nonché mettere in discussione il loro personalissimo sistema di regole e consuetudini.
Sulla scia di Skam, serie per ragazzi dal forte successo, anche internazionale, per sensibilità e attualità dei temi trattati, in Psychobitch la storia che nasce tra Marius e Frida è coinvolgente e fortemente assimilabile e percepibile dal pubblico target perché sviluppata tra i banchi di scuola, a colpi di like e chat su Instagram, ma soprattutto perché identificarsi nei personaggi interpretati da Jonas Tidemann e Elli Rhiannon Muller Osbourne non risulta affatto difficile. Marius è il riflesso di tutti coloro che hanno paura di esporsi, credendo che rivelare i propri sentimenti sia un sinonimo di mostrarsi deboli e di conseguenza risultano emotivamente freddi come il bianco paesaggio norvegese che fa da sfondo alle inquadrature pianificate da Lund. Frida è l'emblema della nuova arrivata, la ragazza emarginata, riflesso di coloro che hanno problemi d'inserimento o di accettazione, di chi nonostante tutto si sente inadeguato e inadatto, solo o invisibile anche se posto fisicamente all'interno di una grande collettività. Il risultato di Psychobitch, secondo lungometraggio di Martin Lund, è un ottimo film per ragazzi caratterizzato da umorismo, tenerezza e una buona dose di provocazione.
VOTO: 4 STELLE!
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