"Se consideriamo la definizione universale di coraggio come la qualità di chi non sa cosa sia la paura, allora io non ho mai conosciuto un uomo coraggioso. Tutti gli uomini hanno paura, il coraggio non è altro che paura tenuta a bada un minuto di più."
Resistenza - la voce del silenzio è un film biografico atipico sul mimo francese Marcel Marceau, poiché concentra la sua attenzione narrativa solo su alcune vicende della sua vita, ovvero sugli anni antecedenti alla sua celebrità, quando, da giovane ragazzo determinato ed ambizioso, durante la seconda guerra mondiale è stato membro della resistenza francese, in una Francia sotto il dominio nazista.
Dalla sua prima apparizione sul palco, in un piccolo e poco raccomandabile locale cittadino, al conseguente incontro e confronto con il padre, si può capire quanto il giovane Marceau sia portato per l'arte della pantomima rispetto ad un misero (artisticamente parlando), ma più dignitoso impiego (secondo suo padre) dietro al bancone della macelleria di famiglia. Scrivere, dipingere, recitare, l'attitudine artistica del giovane Marcel Marceau viene più volte scoraggiata e sminuita dal padre, le sue ragioni verranno poi comprese ed espletate. Nella sua prima esibizione Marceau interpreta un personaggio esplicitamente ispirato a Charlie Chaplin, suo padre gli chiede il motivo per il quale si sia truccato da Adolf Hitler sul palco, incomprensione e confronto di punti di vista utili per disegnare la caratterizzazione dei due personaggi, nonché delineare un particolare rapporto familiare. In un'altra importante sequenza il padre di Marceau, guardando il figlio impegnato a dipingere una parete della propria camera con disegni astratti, pone una domanda in apparenza semplice e scontata, ma che nasconde la chiave interpretativa utile per comprendere una volta di più la forza interiore che il ragazzo possiede: "ma perché lo fai?", Marcel Marceau risponde con un'altra domanda: "perché tu respiri?".
Il film di Jonathan Jakubowicz ha un soggetto molto interessante, poiché interessante è la straordinaria storia, assolutamente vera, di Marcel Marceau, all'anagrafe Marcel Mangel, affascinante scoprire l'origine del suo nome d'arte, ovvero un cognome falso scritto sul proprio passaporto falso, in onore di un generale della rivoluzione francese, capire come sia sopravvissuto all'Olocausto o come l'esperienza della guerra sia stata la miglior insegnante per migliorare le sue tecniche di pantomima: vivere in clandestinità, in assoluto silenzio forzato, la paura di tradire se stessi o i propri compagni hanno contribuito alla sua formazione artistica, la sua miglior interpretazione viene messa in scena proprio quando fu prelevato dalla Gestapo nella metropolitana di Parigi. Resistenza è un biopic atipico, ma come ogni altro film di genere non esclude la presenza di una controversa sfida tra fatti realmente accaduti e fatti messi in scena: nel film di Jonathan Jakubowicz senza dubbio si concede spazio a esigenze di spettacolarizzazione cinematografica non molto convincenti ed entusiasmanti, al contrario dell'interpretazione, forse la migliore della sua carriera, di Jesse Eisenberg nel ruolo di Marcel Marceau. Il lavoro fatto dal giovane Mark Zuckerberg del film Social Network (2010) in sede di preparazione al personaggio si evince in modo evidente, soprattutto quando si cimenta nell'arte del mimo. Un soggetto interessante, ma una sceneggiatura a tratti scarna caratterizzata dalla presenza di alcune sequenze povere di contenuti e personaggi secondari quasi privi di caratterizzazione. Del passato non vi è certezza, ovvero si conosce davvero poco di quanto sia successo prima della storia del film, ma questa forse è scelta voluta e ponderata poiché, come gia spiegato, Jakubowicz sfrutta diversi espedienti (maggiormente le parole, quindi i dialoghi) per rafforzare il carattere e l'immagine del protagonista. Il giovane Marcel Marceau è un ragazzo mite e incapace di far del male al prossimo con parole, gesti o addirittura armi. Resistenza - la voce del silenzio è un film sul coraggio e la paura, ovvero sul coraggio di non aver paura, la miglior arma che Marcel Marceau maggiormente utilizza negli anni in cui è stato membro della resistenza francese, durante la seconda guerra mondiale, è il sorriso. Il prologo presenta allo spettatore la storia di una piccola orfana che incrocerà la sua esistenza con Marceau, il mimo francese si impegnò a far uscire clandestinamente dal paese verso una svizzera neutrale bambini rimasti orfani a causa delle tremende atrocità commesse dai nazisti.
Come recitava un vecchio motto: "Una risata vi seppellirà", chissà quante persone siano davvero morte a causa di una risata, di certo poche o zero durante la seconda guerra mondiale. Le intenzioni del giovane Marcel Marceau, d'altronde erano ben altre, ma le risate che è riuscito a strappare ai bambini orfani, grazie all'arte della pantomima, sono state fondamentali per esorcizzare la paura, distrarre dai cattivi pensieri e accendere un barlume di luce sinonimo di speranza.
VOTO: 3 STELLE!
Seguitemi su Instagram, Twitter o sulla nuova pagina Facebook per conoscere altre curiosità ed essere sempre aggiornati sui nuovi contenuti di IfilmchevedeDario.
Commenti
Posta un commento