Cerca nel blog
Recensioni e spiegazioni di film in programma al cinema o in uscita home video.
In primo piano
Archivio
Archivio
- Ottieni link
- Altre app
Un altro giro: paure e deliri in Danimarca
"Che vita, che notte, che bella, bellissima corsa. Non so dove sarò tra cinque minuti, ma sono giovane e vivo". Il testo di What a life, canzone dei Scarlet Pleasure che accompagna l'ultima sequenza di Un altro giro, è un invito a sbottonarsi, scomporsi, smuoversi e liberarsi dal peso di una banale e noiosa quotidianità che come un ancora tiene bloccata una barca carica di sogni, speranze e alte ambizioni in un mare pieno di opportunità da cogliere al volo, un mare in tempesta che nel suo oscillare, in continuo movimento, bussa con le sue onde sulle fiancate facendo talvolta naufragare chi non è in grado di nuotare. La vita è uno scenario mutevole, una scenografia teatrale che cambia improvvisamente all'insaputa degli attori protagonisti che intenti nell'esecuzione della loro performance devono essere in grado di adattarsi, ovvero anticipare il cambiamento, improvvisare le battute o modificare la coreografia, ballare con stile, passione ed esperienza. Carpe diem, Martin (un eccezionale Mads Mikkelsen) esegue tutto questo alla lettere, nel finale, attraverso un balletto tanto ispirato e coreografico quanto metaforicamente ed efficacemente liberatorio.
Il film di Thomas Vinterberg, come da sua stessa ammissione durante il discorso di ringraziamento per il premio Oscar vinto come miglior film straniero, vuole essere una celebrazione della vita, un inno di gioia che per essere tale deve necessariamente passare anche da momenti emotivamente opposti. Una beata condizione che i protagonisti di Un altro giro riescono a raggiungere attraverso diversi step, ovvero gradi o gradazioni alcoliche di un esperimento scientifico (sperimentale poiché provato in prima persona) e una perdita, un lutto che accomuna Martin allo stesso Vinterberg.
Secondo Albert Einstein la follia sta nel ripetere ogni giorno la stessa cosa aspettandosi risultati diversi, Martin in piena crisi di mezza età, invece, non si aspetta più nessun risultato dal suo apatico, noioso e quotidiano ripetersi, vive la giornata come se fosse un automa riscontrando problemi nel relazionarsi con moglie e figli, ma soprattutto come Tommy, Nikolaj e Peter, i suoi amici e colleghi, non riesce a trarre soddisfazione dal suo lavoro di insegnante, nonché un'efficace interazione con i suoi studenti.
Durante la cena di compleanno di Nikolaj, però, i quattro amici iniziano a discutere della teoria dello psichiatra Finn Skarderud, secondo la quale l'uomo nasce in deficit di alcol nel sangue pari allo 0,05%, un debito di alcol che lo renderebbe meno attivo nelle relazioni sociali e nelle attitudini psico-fisiche. Martin che al contrario dei suoi amici ha già mostrato allo spettatore la sua deprimente condizione di vita, non ci scherza molto e decide di mettere in pratica la teoria del dottore Skarderud. Inizia a bere piccole quantità di alcol, mantenendo per tutta la durata della giornata il tasso alcolico nel suo sangue del 0,05% misurandolo attentamente. Di conseguenza la sua autostima cresce e il rapporto con i suoi studenti, il suo metodo di insegnamento, nonché la passione nel suo lavoro migliora sensibilmente. Anche gli altri tre professori decidono di seguire Martin affrontando l'esperimento con metodo scientifico: impostano delle regole, vincoli orari e dei limiti per mantenere il tasso alcolico nel loro sangue costante e non oltre quanto concordato, iniziano a prendere nota e riportano ogni sensazione ed informazione utile in un diario. I risultati non tardano ad arrivare, così i quattro decidono di spingersi sempre più oltre il limite, aumentando la soglia del tasso alcolico riescono persino a recuperano il rapporto con le loro famiglie ed essere in ambito lavorativo sempre più performanti, fino a raggiungere il punto di non ritorno, ovvero la dipendenza: Tommy, ad esempio, esagera tanto da diventare alcolizzato.
- Ottieni link
- Altre app
Etichette
Etichette
Post più popolari
Dune - parte due: la fantascienza che ci piace!
- Ottieni link
- Altre app
Enemy: una plausibile interpretazione del film di Denis Villeneuve con protagonisti Jake Gyllenhaal e Jake Gyllenhaal
- Ottieni link
- Altre app
Commenti
Posta un commento