Due punti di vista differenti, due facce della stessa medaglia, due scuole di pensiero che si confrontano e si scontrano in Comedians, il nuovo film di Gabriele Salvatores basato sull'omonima opera teatrale di Trevor Griffiths, già portata in scena negli anni '80 al teatro dell'Elfo di Milano dallo stesso regista premio oscar per il miglior film straniero nel 1992. Un adattamento cinematografico interamente girato durante il lockdown (difficoltà organizzative e prove a distanza incluse), presentato proprio in occasione della riapertura delle sale italiane che mantiene invariato, rispetto allo spettacolo teatrale, soggetto e caratterizzazione dei personaggi protagonisti. Un ambizioso proprietario di un club di periferia, un agente immobiliare e suo fratello in piena crisi familiare, un egocentrico muratore in apparenza simpatico e solidale, un timido impiegato delle ferrovie meridionale e un "pericoloso" outsider dalla personalità borderline, dopo aver seguito e quindi terminato il corso serale di stand-up comedy di Eddie Barni, sono pronti per fare la loro entrata in scena, salire sul palco e presentare il loro numero comico al pubblico. Ad assistere allo spettacolo ci sarà anche Bernardo Celli, talent scout ed ex compagno di palcoscenico di Barni, pronto ad offrire ad uno di loro un ingaggio nella sua agenzia di artisti, nonché un contratto di lavoro, ovvero un ruolo nel suo nuovo programma televisivo che andrà in onda in prima serata.
Personaggi non tanto in cerca di autore, ma della giusta ispirazione che nel film hanno le sembianze di Vincenzo Zampa, Giulio Prano, Walter Leonardi, Marco Bonadei e il duo comico Ale e Franz. Un cast eterogeneo e dal giusto mix di giovani attori emergenti come i giovani aspiranti comici protagonisti dello spettacolo teatrale messo in scena negli anni '80, che tra gli altri vedeva la partecipazione di Paolo Rossi, Claudio Bisio, Antonio Catania e Silvio Orlando, gran parte di loro impegnati con Gabriele Salvatores anche in progetti futuri.
Comedians è frutto della pandemia, Salvatores infatti era già pronto ad iniziare la lavorazione di un film che inizierà a girare in estate, Il ritorno di Casanova, una grossa produzione impossibile da realizzare durane il lockdown, in meno di quattro settimane e soprattutto concentrandola in un'unica location.
Maliziosamente potrei considerare Comedians una specie di tappa buchi, un film realizzato per utilizzare il materiale o gli strumenti già in possesso, a disposizione, per far lavorare la troupe in un momento storico-lavorativo, per il settore in questione, molto complicato. Intenzione lodevole, ma che fa sorgere diverse perplessità: l'intrattenimento a tutti gli effetti è mite, perché poco coinvolgente, poco divertente (a tratti noioso), però molto teatrale e soprattutto tanto riflessivo. Le inquadrature a camera fissa, la figura intera dei protagonisti all'interno dello spazio filmico o l'utilizzo di lunghi piano sequenza suggeriscono peculiarità teatrali, ma neanche l'allineamento temporale tra trama del film e racconto della storia (i 58 minuti prima del debutto degli aspiranti comici) ed altri accorgimenti tecnici (la scelta della colonna sonora e la "malicomica" atmosfera dell'ambientazione) sono in grado di farmi cambiare idea. Al contrario è l'aspetto riflessivo che più mi convince poiché trasforma, appunto, Comedians in un'intelligente riflessione sul ruolo della stand-up comedy, ovvero sulla comicità in generale attraverso una convincente prova attoriale corale e il metacinema.
Riflessione e confronto, politicamente corretto contro il trasgressivo (tema estremamente attuale), l'idea di ciò che fa ridere contro l'idea per cui vale la pena applicarsi, il restare fedeli alle proprie idee o ideali contro il tradirle in nome del successo, comicità senza limite contro lo sfociare nell'odio quando questo limite viene superato. Se da un lato ad impersonare il pensiero secondo il quale il comico deve osare fino ad affrontare di petto le paure e i pregiudizi del pubblico, perché nel farlo riesce ad esorcizzare queste con una spiazzante, ma intelligente risata, senza compromessi alcuni è Eddie Barni (Natalino Balasso, attore principalmente noto per il suo impegno in teatro) docente del corso serale di stand-up comedy, dall'altro lato, ad impersonare il pensiero secondo il quale la comicità è solo puro intrattenimento ed evasione, tale che non dovrebbe essere profonda e filosofica, ma esclusivamente semplice e accessibile al grande pubblico è Bernardo Celli, il talent scout interpretato da un quasi inedito (nei toni dell'interpretazione) Christian De Sica. Considerare che le parole dette dal suo personaggio, De Sica, le pensa davvero e che nella costruzione della sua caratterizzazione ci sia una notevole dose di autobiografico, basti pensare alla sua filmografia, trasforma il film di Salvatores in metacinema. Solo il crogiolarmi in questo vortice di pensieri e riferimenti cinematografici mi fa sorgere sul viso un piacevole sorriso.
VOTO: 3 STELLE!
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