Alla faccia dei migliori siti di comparazione prezzi e delle migliori offerte di una qualsiasi agenzia di viaggi, verso mete più note e ambite, la signora Prisca Cappa inspiegabilmente riesce a prenotare, ad un prezzo stracciato, un soggiorno per la sua famiglia in uno sconosciuto e misterioso resort tropicale. Colpo di fortuna? Chissà, di sicuro qualche giorno di relax può facilmente trasformarsi in una ghiotta occasione per meditare sul proprio stato di salute (la signora Prisca convive con un tumore benigno) e sul destino del suo matrimonio con Guy, l'intenzione premeditata e iniziale è quella di trascorrere, assieme ai piccoli Trent di 6 anni e Maddox di 11, l'ultima vacanza in famiglia prima del divorzio. Dopo una calorosa accoglienza, resa tale anche dall'inaspettato cocktail di benvenuto (creato ad hoc in base alle preferenze esposte dagli utenti in sede di prenotazione), su proposta e consiglio del direttore del resort, la famiglia Cappa decide di visitare e passare mezza giornata su una spiaggia isolata situata oltre la riserva naturale. L'esclusività della gita si perde quando sopraggiunti sul suggestivo luogo, si rendono conto di non essere soli, infatti la spiaggia è già occupata dal rapper Mid-Size Sedan ed in seguito anche dalla coppia di sposini Jarin e Patricia Carmichael e la famiglia del chirurgo Charles, composta dall'anziana madre Agnes, la moglie Chrystal e la loro bambina Kara.
L'atmosfera di pace e tranquillità della vacanza viene però ben presto minacciata, prima dalla scoperta sulla spiaggia di un cadavere (la compagna di Mid-Size Sedan già presente sulla spiaggia prima dell'arrivo delle altre famiglie) ed in seguito dall'improvvisa morte dell'anziana Agnes. La situazione precipita repentinamente, si verificano strani eventi, i bambini crescono a velocità impressionante, dopo poche inquadrature sono già adolescenti, gli altri invecchiano e peggiorano le loro condizioni di salute, ogni trenta minuti sull'isola equivalgono circa ad un'anno biologico del gruppo di vacanzieri. I tentativi di fuga dalla maledetta isola sono praticamente inutili.
Ho fatto spoiler? No, basta soltanto guardarsi un paio di volte, con molta attenzione, il trailer ufficiale. Vi ho raccontato in poche righe l'intero film di M. Night Shyamalan? Si, se aggiungo anche che lo spettatore viene informato sul lavoro da chirurgo di Charles, da infermiere di Jarin e sulle crisi epilettiche che affliggono sua moglie Patricia, quindi da far presumere che se non proprio tutti, almeno un componente di ogni famiglia che sta per raggiungere l'ignota e fantascientifica località balneare, possiede problemi di salute, in un breve lasso di tempo narrativo lungo appunto la durata di una colazione, quindi poche sequenze iniziali.
Poi il resto viene da sè, Shyamalan in Old non è solo il regista da cui ti aspetti l'immancabile colpo di scena finale (marchio di fabbrica della sua filmografia), ma anche sceneggiatore e non avendo letto Castello di sabbia, la graphic novel dalla quale viene tratto questo adattamento cinematografico, non posso valutare quali licenze artistiche si sia preso, ovvero quanta personalizzazione narrativa è vigente. La prima considerazione che posso fare, però, riguarda la paradossale scelta di utilizzare lunghi piani sequenza, ovvero lunghe scene in cui le inquadrature non vengono staccate (espediente spesso utilizzato per mostrare una storia in un tempo narrativo quasi reale), per mascherare invece la messa in scena dello scorrere del tempo, incredibilmente ed esageratamente rapido sulla misteriosa spiaggia. Allontanare, materialmente, solo per pochi istanti lo sguardo dai protagonisti e subito dopo ritornare su di loro con rapido movimento di camera, permette un rapido confronto cognitivo, utile per accorgersi immediatamente del cambiamento fisico di costoro, ma resta a mio parere una scelta poco funzionale ti quanto invece sarebbe stata l'utilizzo magari della computer grafica.
Shyamaln in Old veste anche i panni di attore (interpreta il ruolo dell'autista che accompagna gli ospiti sulla fatidica spiaggia), ma più che star fisicamente vicino al suo cast, alquanto sottotono nonostante la presenza di Gael Garcia Bernal, Vicky Krieps, Rufus Sewell e i giovani Alex Wolff e Thomasin McKenzie apprezzatissimi rispettivamente in Hereditary e Jojo Rabbit, avrebbe dovuto essere più vicino moralmente ai suoi spettatori. Old oltre all'aspetto riflessivo della storia, presumibilmente già intrinseco nel romanzo a fumetti di Frederick Peeters e Pierre Oscar Levy, ovvero l'evidenziare quanto sia inquietante, perché ineluttabile (grazie Thanos per averci insegnato questo aggettivo) e disarmante, lo scorrere del tempo (altrimenti impercettibile nel nostro quotidiano), alla fine risulta un film senza infamia e senza lode, un deludente (perché mi aspettavo ed avrei preferito un genere horror) thriller a forti tinte drammatiche e soprattutto dal piattissimo colpo di scena finale che altro non fa che preoccupare i fan del cineasta indiano, risollevati dopo il ritrovato tocco degli ultimi lavori come The Visit o Split.
VOTO: 2 STELLE!
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