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Bob Marley - One Love: la musica è un linguaggio universale
Nel panorama cinematografico dei film biografici dedicati alle leggende della musica mondiale esiste un prima e un dopo Bohemian Rhapsody. I quattro Oscar vinti su cinque candidature conquistate nel 2019, rendono di diritto il biopic sulla vita del frontman dei Queen una pietra miliare per tutti film a venire, appartenenti a questo particolare e musicale genere cinematografico. Impossibile non fare confronti ed infatti non ci vuole molto per notare quanto in Bob Marley - One Love la struttura narrativa sia molto simile a quella di Bohemian Rhapsody: il cantante giamaicano è già dalle prime sequenze del film un giovane adulto, conosciuto solo nella piccola realtà in cui vive, si assiste al processo creativo del suo album di maggior successo, l'ascesa alla notorietà mondiale e si raggiunge il climax emotivo (ovvero, per come lo intendo io, il momento di maggior coinvolgimento) con il concerto/evento più importante (per differenti motivi) della sua carriera, attraverso immagini che sono ormai impresse in modo indelebile nella memoria comune di milioni di fan e non, sparsi in tutto il mondo, come nel caso della ricostruzione dell'esibizione dei Queen al Live Aid nel 1985 nel film di Bryan Singer e le vere immagini del One Love Peace Concert - manifestazione avvenuta nel 1978, durante la guerra civile e politica giamaicana - proposte sui titoli di coda nel film diretto da Reinaldo Marcus Green (giovane regista e sceneggiatore newyorkese, al suo secondo biopic in carriera, dopo aver diretto Una famiglia vincente - King Richard), ovvero il momento in cui grazie alla sua mediazione e la potenza dei messaggi contenuti nei testi delle sue canzoni, Bob Marley, fece stringere la mano ai due esponenti dei partiti politici rivali ed artefici del clima di terrore in Giamaica.
L'espediente narrativo di non ricreare, ma proporre rapidamente durante i titoli di coda immagini di repertorio della performance di Bob Marley al One Love Peace Concert, nonostante questo fosse il climax emotivo del film, è una scelta che in modo esplicito vuole giustamente evitare l'effetto emulazione al gran finale di Bohemian Rhapsody - o di altri gran finali che seppur fuori contesto, mi vengono in mente, come ad esempio la ricostruzione della proposta di matrimonio che Johnny Cash, interpretato da Joaquin Phoenix in Quando l'amore brucia l'anima - Walk the line, riserva a June Carter (Reese Witherspoon) durante l'esibizione in duetto del loro successo Jackson (giusto per citare un film antecedente a Bohemian Rhapsody) - ma che personalmente non apprezzo perché rovina le aspettative che mi stavo creando e gustando durante la visione del film, nonostante abbia trovato la preparazione a tale evento, ma soprattutto la rottura dell'equilibrio narrativo (fino a quel momento fin troppo lineare) forzata ed apatica, a mio parere per causa di due principali difetti: una versione alquanto edulcorata di Bob Marley, unico personaggio della storia abbastanza sviluppato a dispetto di quelli secondari, tra tutti sua moglie Rita Marley (Lashana Lynch), un personaggio quasi per nulla approfondito, ma che ricopre un ruolo importante in primis nella vita privata e professionale di suo marito e in vari passaggi di rottura e stabilizzazione narrativa del film.
Di certo non sono un grande esperto di musica, ma trovo il montaggio sonoro di Bob Marley - One Love eccezionale, in quanto i suoni e le musicalità dei brani più celebri del cantante giamaicano sono combinate in modo sapiente con le immagini, ovvero flashback utili tanto per ripercorrere l'infanzia e l'adolescenza del cantautore, ma anche per interpretare e comprendere alcuni dei suoi maggiori successi, nonché il loro processo creativo. La musica è un linguaggio universale, ovvero un messaggio di cui Bob Marley (come molte altre leggende della musica), promosso portavoce, si impegna a divulgare nel mondo. Controllo del sé, valori morali e ideali di pace, condivisione, altruismo, solidarietà sono dottrina peculiare del RasTafarianesimo (detto anche Rastafari o semplicemente Rasta), religione monoteista erede del cristianesimo e di origina africana, in cui crede Bob Marley, indottrinato in tenera età, quando venne abbandonato/affidato, dai suoi genitori, ovvero da sua madre ad una comunità di Rasta in Giamaica.
Non è giusto invece confrontare le interpretazioni dei due attori protagonisti nei due film biografici citati perché di certo il lavoro svolto da Kingley Ben-Adir non è da Oscar (personalmente non mi ha entusiasmato), ma di certo il suo Bob Marley è una figura di forte ispirazione. Attivista politico e mediatore di pace sono alcuni aspetti del cantautore giamaicano che il film cerca di marcare, ma è il grande gesto di concedere il perdono a colui che ha cercato di ucciderlo a trasformare la scena del mancato attentato nel momento di maggiore coinvolgimento emotivo del film, il mio preferito, vissuto così tanto intensamente da uscire dalla sala del cinema con un forte senso di ispirazione e la promessa di cercare di essere in questo mondo e nel quotidiano, una persona migliore.
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