Enemy: una plausibile interpretazione del film di Denis Villeneuve con protagonisti Jake Gyllenhaal e Jake Gyllenhaal

Ho conosciuto Denis Villeneuve qualche tempo fa quando lessi il suo nome tra i titoli di coda di Prisioner, un film che mi piacque tantissimo. Ricordo ancora la sensazione che provai appena terminata la visone del film: portato per mano lungo il sentiero narrativo rimasi poi solo, abbandonato in un finale sconcertante che lascia libera interpretazione. Un padre che ti insegna ad andare in  bicicletta senza le rotelle, tu inizi a pedalare sicuro e protetto dalla sua mano sul sellino, qualche pedalata e dietro non c'è più nessuno a sorreggerti, qualche pedalata e finalmente avrai imparato ad andare in bicicletta. Denis Villeneuve mi ha insegnato ad andare in bici e se è vero che una volta imparato ad andare in bici non lo si scorda più, dopo i suoi successivi lavori Sicario, Arrival e Blade runner 2049, ad oggi non posso fare altro che ringraziare il regista canadese se sono diventato quel che sono, metaforicamente parlando un ciclista professionista. Spesso capita di creare legami affettivi, riconoscenze di stima verso attori o registi che portano ad influenzare la scelta verso un determinato film rispetto ad un altro, così appena ho notato Enemy finalmente distribuito in Italia non ho avuto il minimo dubbio su cosa vedere in una delle mie tanto amate "prime serate" casalinghe, con la ferrea convinzione che non potrà mai deludermi perché c'è Denis Villeneuve dietro la macchina da presa.

Il risultato? Enemy non ha deluso le mie personali aspettative, anzi non mi ha fatto chiudere occhio per tutta la notte successiva alla visione, non perché il film sia spaventoso, sicuramente è spiazzante, ma per il suo finale; perché è vero che i finali sconcertanti sono un marchio di fabbrica per Villeneuve ed Enemy, uno dei primi suoi lavori è la massima espressione. Devo ammettere che ho dovuto vederlo per due volte e che la reazione che ho avuto alla scena finale la prima volta che l'ho visto è stata abbastanza atipica per il genere di film: sono letteralmente scoppiato a ridere. Ho riso per qualche minuto ma poi sono rimasto incredulo per tutta la notte perché paradossalmente il finale mi ha fatto capire che in realtà io di tutto il film non avevo capito proprio niente. Così eccomi qui a scrivere su Enemy, non una vera e propria recensione, ma la mia interpretazione, la mia personale spiegazione, purtroppo non priva di spoiler, perché lo devo a Villeneuve, per la stima e l'affetto che provo per lui, perché lo devo a me stesso dopo una seconda attenta ed accurata visione, una lunga ricerca ed un letterario approfondimento. 

Enemy è un film del 2013 tratto dal romanzo L'uomo duplicato di José Saramago, distribuito in Italia direttamente in DVD e blu-ray da qualche mese. Ma perché arriva nel nostro paese così in ritardo e senza passare per il cinema? Prima di tutto c'è subito da considerare che il film nel 2013 è stato presentato in concorso al Toronto International Film Festival, vincendo anche il Courmayeur noir, il leone nero al miglior film ed essendo diciamo un film da festival molto spesso subisce questa sgradevole prassi, ma forse le ragioni sono più legate ai gusti e le preferenze del pubblico italiano: i ritmo lento e costante scandito dai quasi silenziosi dialoghi, quell'effetto seppia che destabilizza o magari innervosisce, non avrebbe riscosso un notevole gradimento e perciò influito negativamente sugli incassi. Magari il pubblico italiano non era ancora pronto ad un film del genere, magari non era ancora pronto a Denis Villeneuve e ha dovuto prima conoscerlo e fidelizzare il suo nome con titoli più "sicuri", attesi, pubblicizzati a dovere, e poi messo alla prova con un film d'autore, decidendo se consacralo definitivamente o meno, decisione che altrimenti non sarebbe stata possibile assumere precedentemente.

TRAMA [senza spoiler]

Adam (Jake Gyllenhaal) professore di storia conduce una vita solitaria e monotona. Un giorno un collega gli consiglia di vedere un film che il professore decide di noleggiare e vedere. Niente di particolare, almeno durante la prima visione perché poi Adam rivedendo il film fa una scoperta scongertante: una delle comparse di nome Anthony è idnetica a lui. La ricerca della sua identità non sarà semplice e metterà in pericolo l'esistenza di entrambi i personaggi. 

[Attenzione spoiler] LA MIA PERSONALE INTERPRETAZIONE DA LEGGERE DOPO LA VISIONE DEL FILM 

Adam ed Anthony sono due personalità diverse della stessa persona che magari ha pure un altro nome. Due personalità opposte e in conflitto, entrambe cercano di prevalere e prendere il sopravvento sulla personalità rivale. Due nemici che condividono lo stesso corpo, dalle sembianze di Jake Gyllenhaal e la stessa ossessione... quale?    
Procediamo con ordine ricostruendo i fatti in ordine cronologico: il protagonista è sposato e lavora come professore di storia, un lavoro che gli garantisce una bella casa, inorgoglisce la madre e gli consente una vita agiata, normale, tranquilla, forse un po' troppo tranquilla. Possiamo chiamare questa personalità Adam, ma il tranquillo professore di storia si diletta anche come attore, una seconda professione, una seconda vita, secondo alcune interpretazioni antecedente considerando l'incidente in auto e la cicatrice mostrata da Anthony durante il faccia a faccia con Adam in un albergo, una sorta di confronto tra il passato e il futuro, ma secondo me le due vite sono parallele. Adam é insoddisfatto della sua vita piatta e monotona ed ora che la moglie aspetta un bambino spaventato dalle future responsabilità che dovrà assumere si rifugia nei vizzi e peccati nonché nelle prospettive di carriera che la professione di attore gli può riservare. La sequenza iniziale è emblematica, cosa potrebbe essere quel club segreto nel quale Anthony si ritrova? Quel'è il significato del ragno schiacciato? Sui ragni ci torniamo dopo, sul club segreto si potrebbe supporre, visto che a parteciparvi c'è Anthony la personalità perversa che di lavoro fa l'attore, un casting per attrici emergenti costrette a sfilare nude al cospetto di registi e produttori in perfetta linea di tendenza con l'attuale scandalo molestopoli, ma più semplicemente vuole mostrare le trasgressioni che la personalità di Anthony vive e regala al protagonista insoddisfatto da Adam. 
La moglie del protagonista scopre i tradimenti e le trasgressioni notturne del marito, i due decidono di prendersi una pausa e vivere separati, come dimostra la foto strappata in possesso di Adam,  per un po' di tempo che potrebbero essere sei mesi come invece suggerisce il guardiano dell'agenzia di Anthony. Il protagonista decide di assumere la personalità di Adam ed è in una sorta di esilio forzato, nella sua piatta e monotona vita  per dimenticare definitivamente Anthony personalità che prepotentemente si ripresenta quando vedendo il DVD il protagonista rivede se stesso. Proprio quando aveva dimenticato Anthony lui ritorna e considerando la sua insoddisfazione per le sue attuali condizioni di vita il protagonista cerca di incontrare Anthony per tornare come Anthony, ma proprio quando lo incontra decide di lasciar perdere considerando la pericolosità dell'operazione, ma è troppo tardi ed Anthony scatena il suo potenziale fino all'incidente da interpretare come la definitiva morte della personalità perversa, in un certo senso malvagia e il ritorno a casa, alla normalità, del protagonista che adotta definitivamente la personalità di Adam graditissima anche da sua moglie. 
In conclusione, invece, direi che i ragni simboleggiano il potere che i vizzi o le ossessioni esercitano sulle persone. I ragni tessono le ragnatele, le prede restano intrappolate nelle ragnatele così ognuno di noi è intrappolato nei propri vizzi, ognuno di noi è sotto il potere, il controllo delle proprie ossessioni. I ragni in Enemy sono associati a figure femminili perché il protagonista è ossessionato dal sesso. Il ragno schiacciato nella sequenza iniziale indica il momento in cui il protagonista decide di liberarsi, spinto anche dalla separazione con la moglie, dalla personalità di Anthony; il ragno in camera da letto nella sequenza finale ritorna perché il protagonista, anche con la personalità di Adam entrato in possesso della chiave per un nuovo club segreto, ricade in tentazione perché ognuno di noi ha i propri vizzi, le proprie debolezze, le proprie ossessioni che esercitano un potere di controllo e possono avere le sembianze di ragni associati a donne, carte, soldi o quel che si voglia, perché ognuno di noi in qualche modo è intrappolato nelle proprie ragnatele.

     

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