Con Jurassic World - il dominio si conclude (spero) un'evitabilissima trilogia di film che per il ripetersi e il susseguirsi di dinamiche e contenuti molto simili tra loro sembra quasi essere una serie di remake, nonché giunge al termine Jurassic Park, la saga cinematografica sui dinosauri per eccellenza, inaugurata da Steven Spielberg nel 1993.
La prima apparizione di un dinosauro sul grande schermo risale al 1914 in Gertie il dinosauro, un cortometraggio realizzato da Winsor McCay in cui il fumettista e animatore statunitense è stato capace di dar vita a Gertie, ovvero animare il disegno di una creatura ispirata alla figura del Brontosauro, alle informazioni scientifiche dell'epoca e allo scheletro di Apatosaurus dell'American Museum of Natural History. Nella storia del cinema i dinosauri hanno da sempre stimolato l'immaginario dello spettatore e sono sempre stati utilizzati come fonte di spettacolarizzazione, ma soprattutto occasione per sperimentare nuove tecnologie, infatti, negli anni '20 e '30 nei cosiddetti film del filone "mostri preistorici in città" o appartenenti al genere "mondo perduto" la fusione di elementi reali e immaginari avveniva attraverso l'utilizzo di modellini inanimati dalle fattezze giurassiche che interagivano e si muovevano all'interno dell'inquadratura grazie alla tecnica della stop-motion. Dal film Jurassic Park del 1993 i dinosauri iniziano ad essere ammirati sotto una nuova luce, la stessa che il reparto fotografia deve filtrare per non far percepire tanto netta la separazione tra due distinte entità, all'interno della stessa inquadratura, ovvero gli attori in carne ed ossa e le creature preistoriche. Il film di Steven Spielberg costituisce un vero e proprio spartiacque, perché dall'uscita di Jurassic Park si crea un prima ed un dopo per i dinosauri cinematografici e più in generale nel rapporto tra realtà e finzione che si fondono filmicamente insieme in un'unica sorprendente immagine dal grande impatto visivo.
Jurassic Park è un film di grande impatto sotto diversi punti di vista: tecnicamente, riesce a fondere in modo perfetto finzione e realtà attraverso la transizione dalle tecniche analogiche basate sulla robotica, animatronica, all'animazione digitale e al passaggio alla computer grafica. Spielberg è stato in grado di occultare gli elementi filmici di finzione e renderli realistici, per la prima volta nella storia del cinema sono infatti gli elementi di finzione (non reali) a piegarsi e modellarsi alle esigenze produttive del film e non viceversa come accadeva in passato. Sotto il profilo produttivo fu invece un'operazione commerciale ambiziosa e di grande portata, senza precedenti. Spielberg e Universal riuscirono ad ottenere i diritti dell'omonimo romanzo di Michael Crichton addirittura un'anno prima della sua pubblicazione, allo stesso modo la martellante campagna pubblicitaria, comprensiva di grandi investimenti sul merchandising, ha influito sulle percezioni e sulla curiosità del pubblico ancor prima dell'inizio delle riprese del film, insomma una strategia di marketing diventata ormai di uso contemporaneo.
Guardando in sala l'ultimo film di Colin Trevorrow che ritorna a dirigere un film della trilogia di
Jurassic World, dopo la terribile parentesi di Juan Antonio Bayona (per approfondire potete leggere la mia recensione di
Jurassic World - il regno distrutto), al netto delle assurde, irreali e inattendibili scene d'azione o d'inseguimento con protagonisti ad esempio velociraptors addestrati e Chris Pratt in moto, tra vie urbane e trafficate, ma assolutamente divertenti e godibili dal punto di vista dell'intrattenimento e del mero spettacolo, oppure la debolissima trama che rappresenta quasi solo esclusivamente il pretesto per organizzare una reunion tra il vecchio e il recente cast della saga (mal comune degli ultimi film-franchise visti ultimamente), anche questo aspetto, tra citazionismo, espliciti riferimenti e immancabile ironia, di estrema debolezza se ad esempio confrontato con il lavoro concettuale fatto in
Ghostbusters Legacy, si fa viva un'inesorabile nostalgia verso un mondo cinematografico ormai perduto. Rispetto ai film di Steven Spielberg (produttore esecutivo con la sua
Amblin Entertainment in
Jurassic World - il dominio) la differenza maggiore che risalta subito evidente, non è certo la qualità degli effetti speciali, l'impatto visivo delle creature giurassiche non è mai stato così esaltante in tutta la storia del cinema, ma la mancanza di una visione chiara ed efficace da parte di Trevorrow
. In Jurassic Park, la storia, il parco a tema, nonché gli stessi dinosauri sono sempre visti attraverso gli occhi di un giovane, anzi giovanissimo spettatore. Partendo da tale punto di vista ogni scena è preparata con un estremo coinvolgimento emotivo. Certo, la saga ormai è giunta in una fase di maturità, una visione simile è stata abbozzata dallo stesso Trevorrow nel 2015 nel primo capitolo di Jurassic World, ma in quest'ultimo non esiste nessun momento in cui ho potuto percepire in modo chiaro una visione matura. E' vero, confrontare o paragonare film (seppure della stessa saga) non è una saggia idea, ma in sala è stato inevitabile e la mancanza contestuale di visione non solo azzera il coinvolgimento emotivo del pubblico, ma rende persino fredda l'interazione degli attori tra loro e soprattutto con i dinosauri. Niente paragoni, anche perché non ha paragoni la scena (indimenticabile) di Jurassic Park in cui il bicchiere d'acqua, posto sul cruscotto dell'auto, inizia a tremare mentre si avvicina il T-Rex evaso dal suo recinto all'interno del parco. In Jurassic World - il dominio la rimpatriata non è solo valida per il cast - dopo quasi trent'anni Laura Dern, Jeff Goldblum, Sam Neill e BD Wong si ritrovano sullo stesso set come vecchi compagni di classe nella loro immutata aula di liceo - poiché l'invito di partecipazione si estende anche ai dinosauri - ATTENZIONE SPOILER - ma l'incontro tra vecchi e nuovi dinosauri della saga si trasforma presto in uno scontro al quale sopravvive il temibile T-Rex, protagonista di quel Jurassic Park datato 1993. Metafora che voglio cogliere al volo: il film di Steven Spielberg è semplicemente imbattibile.
VOTO: 2 STELLE!
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